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Whitney - Una voce diventata leggenda

Regia di Kasi Lemmons vedi scheda film

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La recensione su Whitney - Una voce diventata leggenda

di port cros
4 stelle

Se la parabola e il talento di Whitney Houston sono stati fuori dall'ordinario, purtroppo questo biopic è fin troppo ordinario e modesto e si accontenta di restare in superficie nel narrarne ascesa e caduta. Unici momenti di emozione sono le parti musicali, affidatate alla voce originale di Whitney: ma questo non è un merito degli autori del film.

 

Naomi Ackie

Whitney - Una voce diventata leggenda (2022): Naomi Ackie

 

Nell'era dei biopic musicali rilanciati da Bohemian Rhapsody, non poteva mancare all'appello quello sulla vita della più grande voce femminile della musica pop, icona globale e prima cantante nera a sfondare con un folgorante successo commerciale mai visto prima , poi dopo un quindicennio infossatosi in una parabola discendente macchiata dai problemi familiari e personali, dall'appannarsi della maestria vocale e soprattutto dall'abuso di droga, che sarà causa determinante della prematura scomparsa all'età di quarantotto anni. Una storia di ascesa e caduta che sembra quasi scrittta per il cinema, arte dove la stessa Houston si era cimentata (Guardia del Corpo con Kevin Costner il suo più grande successo) accompagnando sempre alle sue apparizioni su celluloide l'interpretazione dei brani delle rispettive colonne sonore, con quella del film con Costner giunta a sbriciolare più di un record di vendite. Oltre che di una bravura straordinaria, Whitney era infatti anche così bella che qui l'interprete del biopic Naomi Ackie sfigura al confronto, risultando i suoi lineamenti meno fini ed aggraziati di quelli del suo personaggio.

Purtroppo la Houston è sempre stata circondata da una corte di personaggi squallidi, familiari avidi e approfittatori, dal padre che si era arrogato il ruolo di manager per sottrarle grosse somme di danaro al marito violento e fedifrago. Uno dei rari rapporti sani e sinceri era quello con il discografico dall'orecchio infallibile Clive Davis (interpretato da Stanely Tucci) che la lanciò nell'85 nell'empireo delle star facendole da guida nel mondo dello show business e sgridandola bonariamente per le troppe sigarette che le rovinavano la voce (l'ormai anziano Davis figura anche tra i produttori di questo film).

 

Naomi Ackie

Whitney - Una voce diventata leggenda (2022): Naomi Ackie

 

 Se la parabola umana, il successo e il talento di Whitney Houston sono stati fuori dall'ordinario, purtroppo questo biopic è fin troppo ordinario e modesto e si accontenta di restare in superficie nel narrarne ascesa e caduta, limitato da una scrittura piatta e da dialoghi banali. Inoltre la narrazione risulta frammentaria e sprovvista di un filo conduttore e certe parti appaiono mal connesse al tessuto narrativo, con snodi che risultano di difficile comprensione per chi non possegga un'autonoma previa conoscenza della vita della protagonista.

Il film sceglie correttamente di perseguire l'accuratezza filologica nella ricostruzione dei video musicali, dei look, degli abiti e delle esibizioni dal vivo, dal coloratissimo videoclip di How Will I Know alla scarna semplicità di quello della colossale hit romantica I Will Always Love You alla trionfale esecuzione dell'inno nazionale americano nello stadio del Super Bowl del 1991. Tuttavia, quando deve immaginare cosa succedesse dietro le quinte e nella vita privata, si accontenta di restare in superficie, limitato da una scrittura banale, dialoghi piatti e un approccio da soap opera.

 

La regista Kasi Lemmons risolve sbrigativamente tanti spunti che sarebbero stati molto più interessanti e coinvolgenti se approfonditi con la giusta sensibilità: l'impatto inebriante ma destabilizzante dell'ascesa ad una fama impensabile e vertiginosa per una ragazzina diciannovenne, il rapporto tossico (in ogni senso) con lo scapestrato e violento marito Bobby Brown, e soprattutto la lotta coi demoni interiori e la progressiva rovinosa caduta nel tunnel della droga che ne devastò la vita e la carriera dopo il 2000, fino a causarne la morte prematura.

Nonostante la importante durata di due ore e mezza , il film sembra limitarsi ad un riassunto dei principali snodi della vita e della carriera, mancando però in connessione profonda con l'interiorità della protagonista e con la fragilità che ne avrebbe determinato il declino, non provando nemmeno a dare una sua interpretazione di quali ferite profonde portassero un talento così puro ad autodistruggersi fumando fino a rovinarsi la voce e drogandosi forsennatamente.

 

Naomi Ackie, Stanley Tucci

Whitney - Una voce diventata leggenda (2022): Naomi Ackie, Stanley Tucci

 

Molto spazio ed importanza viene dato alla presunta storia sentimentale con l'amica e assistente personale Robyn Crawford (Nafessa Williams), legame amoroso che la Houston non ha mai confermato ed è diventato di pubblico dominio con le rivelazioni contenute in un libro della stessa Crawford, pubblicato dopo la morte di Whitney. Anche qui però non si scava comunque mai sotto la superficie nel rappresentare le difficoltà che la coppia avrebbe incontrato scontrandosi con l'ostilità dell'intera famiglia ed entourage verso una relazione lesbica che negli anni Ottanta sarebbe stata del tutto incompatibile con l'ascesa verso una così grande popolarità.

 

Naomi Ackie, Nafessa Williams

Whitney - Una voce diventata leggenda (2022): Naomi Ackie, Nafessa Williams

 

Gli unici momenti di vera emozione sono le parti musicali, affidate alla voce originale di Whitney, che per chiunque sarebbe stato impossibile replicare: ma questo non è un merito degli autori del film, se non nella scelta di non sovrascrivere i suoi capolavori vocali. Per il resto, la resa visiva delle esibizioni live si limita alla replica minuziosa ma pedissequa dei video che per nostra fortuna si possono trovare su YouTube, senza nemmeno provare a dare una veste realmente cinematografica, che anche dal lato dell'immagine accompagni le acrobazie della voce con i virtuosismi della messinscena.

 

Lo stesso vale per la sequenza finale che, terminato il racconto della vita della protagonista fino al 2012 nel bagno dell'albergo dove sarebbe stata ritrovata annegata nella vasca, con un flashback ci riporta agli anni gloriosi e ricrea per dieci minuti l'immortale medley I Loves You, Porgy / And I Am Telling You I'm Not Going / I Have Nothing eseguito nel 1994 davanti allo sbalordito pubblico degli American Music Awards. Il medley è una goduria per le orecchie, ma ripeto il video di quella performance si può tranquillamente rivedere qui  e la troppo lunga scena del film della Lemmons non vi aggiunge proprio niente.

 

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