Regia di Dan Trachtenberg vedi scheda film
Prequel dell'intera serie Predator sebbene si tratti – tralasciando i due Aliens vs Predator – del quinto capitolo della saga ideata da Jim e John Thomas. Interessante, pur riproponendo il medesimo soggetto del film di McTiernan, nel sottolineare la graduale escalation che porta l'alieno a sfidare tutte le varie tipologie di predatori che incontra nella foresta (questa la parte migliore del film sul versante contenutistico) in un clima di tutti contro tutti. Da una parte gli indiani, peraltro in lotta tra loro, dall'altra i bracconieri (cattivissima la scena con i bisonti scuoiati e spellati), quindi i predatori della foresta e nel mezzo un Predator versione involuta rispetto a quelli che siamo abituati a conoscere. L'alieno andrà a caccia di prede scegliendole tra quelle che, a loro volta, danno la caccia ad altre prede. Così vediamo una serpe, poi un lupo, un orso e infine l'uomo. Uno sviluppo (versione Alla Fiera dell'Est) ben sottolineato dalla catena alimentare che vede un insetto divorato da un topo, a sua volta ingoiato da una serpe infine trafitta dagli artigli del Predator. Ben Wheatley riproporrà la cosa per il prologo di Shark 2 – L'Abisso. Da sottolineare, a differenza a esempio di un film come Caccia Mortale, la qualità degli effetti speciali e la messa in scena dei combattimenti con gli animali.
Il semi-debuttante Dan Trachtenberg fa davvero un egregio lavoro, aiutato da una fotografia e da un uso delle nebbie molto curato. Location boschive, tanto sangue e combattimenti continui con una scatenata Amber Midthunder che si rivela una vera e propria rivelazione tra recitazione e doti acrobatiche. Viene meno del tutto l'ironia del precedente capitolo, a favore di un'impostazione assai cupa e brutale dove aumenta la componente grandguignol e si recupera pienamente lo spirito del primo capitolo, con tanto di frase “se può essere ferito, può essere ucciso”. Bello, ma ultra collaudato.
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