Regia di Dan Trachtenberg vedi scheda film
Naru, giovane pellerossa Comanche, è una guaritrice; tale ruolo le va stretto, poichè sogna di seguire le orme del fratello Taabe, di poco più anziano, cacciatore ed esperto nell'uso delle armi. Taabe ammette la ragazza nel suo gruppo, riservandole, con disappunto di Naru, una posizione non di primo piano in una battuta di caccia ad un grosso felino. Ben presto, la già pericolosa vicenda è complicata dall'entrata in scena di un essere feroce, ben armato e difficile da individuare poichè in grado di rendersi invisibile. E' un Predator, creatura aliena giunta da poco sul nostro pianeta a bordo di un'astronave; intelligente e spietato, il feroce guerriero semima il terrore all'interno della foresta. Naru, costretta a fronteggiare sia Predator sia altri avversari, comprende che, per sopravvivere, da preda deve trasformarsi in cacciatrice, affinare l'intelligenza, mettere da parte la compassione. Quinto episodio - al netto di spin-off e crossover - della serie Predator, "Prey" è ambientato cronologicamente prima di tutti gli altri, ad inizio XVIII secolo, in un'area dell'America settentrionale, ancora selvaggia. I pellerossa hanno il controllo del territorio e combattono con coraggio contro una natura non affatto benigna, avara nei frutti e generosa nelle insidie; ad esse si aggiunge l'azione dell'uomo bianco, tratteggiato come un invasore privo di rispetto verso il territorio. Nel confronto con il Predator entrano un gruppo di cacciatori del bisonte, di discendenza francese, violenti, stolidi, superbi, destinati al massacro nonostante possiedano armi da fuoco. Non con la forza si combatte il Predator, bensì con l'astuzia. Il confronto tra l'alieno e Naru si apre con una prima vittoria di quest'ultima. Il feroce guerriero, infatti, la sottovaluta. Non ritenendola pericolosa, non sfrutta l'occasione per ucciderla prima che ella comprenda, dapprima come sfuggirgli, poi come contrattaccare. La sfida è lunga e dolorosa; nonostante gli sforzi compiuti per salvarlo, Taabe muore. Poco dopo giunge il trionfo di Naru, frutto di pazienza, furbizia, determinazione, forza, coraggio. La giovane Comanche, dal trucco fin troppo curato per essere una "selvaggia" credibile, è interpretata da Amber Midthunde, attrice statunitense. Il Predator è animato dallo sportivo Dane DiLiegro. La regìa è affidata a Dan Trachtenberg. Di quest'opera ho molto apprezzato l'ambientazione, una foresta nordamericana che sembra sospesa nel tempo, piena di pericoli, popolata di ogni sorta di animali e terreno di caccia per genti fiere e libere; qui l'"uomo bianco" è un perfetto estraneo; i cacciatori francofoni, quasi tutti personaggi rozzi, sgradevoli ed infidi, sono destinati ad una fine tanto violenta quanto rapida. La sfida è tra Naru, "padrona" del territorio, e l'invasore alieno, il quale agisce animato da spirito di sopravvivenza e brama di dominio. Il Predator è consapevole che potrà vivere se saprà indurre al terrore i suoi avversari, e, a tal scopo, non si risparmia. La storia non racconta delle origini, ne' dei motivi per i quali la creatura è giunta nel nostro mondo. Gli appassionati sapranno trovare altrove le risposte; per loro, e tutti gli altri, "Prey" è un discreto film di avventura, un po' debole sotto l'aspetto della recitazione, ma appassionante e non privo di sequenze raccapriccianti.
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