Regia di Dan Trachtenberg vedi scheda film
Dopo le Ripley e le Elizabeth della saga di Alien, anche in questo prequel in salsa femminista della saga di Predator è una eroina che sistema le cose. Nel farlo l'eroina in questione supera il rituale di iniziazione Cheyenne che prevede che si dia la caccia ad una preda da cui di solito si è cacciati; la preda è il mitico Predator
Dopo le Ripley e le Elizabeth della saga di Alien, anche in questo prequel in salsa femminista della saga di Predator è una eroina che sistema le cose. Nel farlo l'eroina in questione supera il rituale di iniziazione Cheyenne che prevede che si dia la caccia ad una preda da cui di solito si è cacciati.
La trama è originale ma regge, gli scenari naturali sono belli, le armi vecchie e nuove del protagonista (il Predator, ovvio) anche; con un po' di accondiscendenza verso le piccole implausibilità qua e là, la sufficienza piena arriva.
Breve ripasso per i non fanatici: il Predator è quel tipino alieno che ha infranto il buonismo dei vari ET e Incontri Ravvicinati, alieni evoluti e di buone maniere: il suo stile è invece di mantenere viva la tradizione della caccia grossa per pure finalità diportistiche e machiste - rispettando però rigorosamente la regola etica di non uccidere gli individui indifesi e di usare armi commisurate a quella delle "prede".
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