Regia di Dan Trachtenberg vedi scheda film
" Se sanguina, possiamo ucciderlo". Ma dai?
America del Nord, anno 1719. La tribù indigena dei Comanche vive di caccia, un arte che non si impara facilmente. Naru , guerriera alle prime armi, si ostina a seguire il fratello durante le frequenti uscite nella foresta, anche se quest'ultimo non la ritiene all'altezza. Naru però da sempre vede ciò che altri non vedono: c'è qualcosa lassù, fra le montagne ed i fiumi, qualcosa di molto pericoloso che metterà a rischio la sopravvivenza dell'intera tribù.
"Prey" si presenta come spin off del primo "Predator" (1987), riprendendone lo schema narrativo e le ambientazioni selvagge ( Calgary, Canada) omaggiando in più di un occasione il film cult di McTiernan ( come del resto accadeva in "Predators", in cui nella resa dei conti finale abbiamo ammirato Adrian Brody con qualche chilo di muscoletti in più addosso combattere cosparso di fango ed armato di torcie , proprio come Schwarzenegger).
Introdurre elementi innovativi all'interno di un canavaccio narrativo risaputo e super sfruttato non è semplice ( l'ultimo " The Predator" provava a raccontare una storia un po' diversa, ma è stato insultato e schifato da tutti), e da questo punto di vista il film fallisce il bersaglio, presentando un evolversi degli eventi prevedibilissimo , in cui uno dopo l'altro, fra morti truculente il più delle volte fuori campo (meno male) gli umani cadono come mosche sino allo scontro finale, picaresco quanto gradevole.
Tuttavia l'aver scelto una ragazza come antagonista al Predator ( spettatore medio "Alpha" non gradirà probabilmente) rappresenta un punto di rottura con il continuum della saga, una novità che ha le fattezze dell'attrice statunitense Amber Midthunder, fisicamente all'altezza ma con qualche espressione un po' troppo da pesce lesso, accompagnata da un bellissimo esemplare di Dingo Americano, che al solito ruba la scena quasi a tutti.
In definitiva "Prey" è un action che non stupisce ma neanche annoia, un opera poco ambiziosa , quasi divertente, che riporta il franchise alle origini e sa sfruttare il connubio preda/cacciatore ribaltandolo su più fronti seppur in modo superficiale, oltre ad una cornice naturale meravigliosa: foreste, montagne e fiumi: testimoni silenziosi di una lotta impari fra guerrieri per la conquista conclamata della supremazia.
"Sono io il combattente più forte , e te lo dimostrerò!"
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