Regia di Alessandro Comodin vedi scheda film
CINEMA OLTRECONFINE In una società condizionata dalla necessità di stupire a cui ci hanno abituato mostruosi contenitori televisivi campioni d'ascolti, la figura atipica di un uomo mite qualunque come il nostro poliziotto urbano Gigi, non può che apparirci come quella di un uomo strano, inevitabilmente destinato a finire ai margini.
Eppure Gigi è loquace; è un uomo generoso, garbato, a cui piace parlare ed intrattenersi in discorsi anche generalisti e grossolani, ma da cui traspare evidente la propria trasognata dolcezza di uomo comprensivo e pacifico.
Lo spettatore ci impiega inevitabilmente un po' di tempo a comprendere le dinamiche e le caratteristiche di un uomo così genuino da risultare quasi un alieno, osservatore straniato che guarda dall'alto un mondo in cui una società apparentemente arrivata si ripiega su se stessa in preda a crisi esistenziali che inducono i meno fortunati a trovare la morte per una propria scelta che non trova giustificazione.
La vita è grama ma Gigi la affronta con un sorriso che ormai è diventato una espressione di normalità con cui l'uomo si rapporta con l'esterno.
Comodin, dopo L'estate di Giacomo e I tempi felici verranno presto, prosegue il suo percorso a metà strada tra documentario e finzione e ci spiazza descrivendoci lo zio vigile nel suo disincantato intento ad indagare sui dolori e le solitudini che spingono la gente, i giovani, a togliersi la vita anche quando i motivi che li spingono al gesto estremo non paiono minimamente giustificabili.
Gigi la legge, premiato al Festival di Locarno con il Premio Speciale della Giuria, permette a Comodin di soffermarsi una volta in più sull'alieno che fa la differenza, entro un contesto sociale ove chi vince e domina il proprio futuro, e solo chi si adegua a ritmi e valori di vita che si rivelano inconsistenti, e come tali spingono inesorabilmente al gesto folle ed irrimediabile che Gigi stesso non riesce più ad accettare dai suoi paesani, amati anche quando non lo meritano.
Interpretato da uno straordinario e leggiadro Pierluigi Mecchia, zio del regista, il nostro Gigi è un uomo che vive la vita per ascoltare gli altri, all'interno di un mondo che sa solo urlare e manifestare i propri sentimenti più triviali e frustrati.
Un film fatto di sguardi di intesa, di comprensione tra colleghi, di incoraggiamento quando la situazione lo richiede da un rappresentante della legge.
Sul finale, magico, irrompe Nada e il suo indimenticato, struggente Amore disperato, in cui "l'angelo caduto dal cielo" ormai sappiamo benissimo chi sia, e anche come mai non sia ancora arrivato al Sassofono Blu.
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