Regia di Yorgos Lanthimos vedi scheda film
Per chiudere perfettamente il cerchio serve un epigono di Mel Brooks che regali una parodia di questa rivisitazione di Frankenstein.
Per certi versi questo è un lavoro atipico per Lanthimos, più moderno e ritmato per molti versi, meno criptico ma anche meno profondo. D'altra parte non manca la visceralità e crudeltà presente in altre pellicole.
La trama, alla fine, è un'originale variante sul tema del Frankenstein di Mary Shelley. Solo che qui la creatura non è informe e spaventosa, bensì seducente e affascinante. Se inizialmente infatti ha difficoltà persino a parlare, in breve tempo diventa una vera icona femminista imbottita di filosofia moderna. A rendere la visione più gradevole rispetto ai soporiferi (ebbene, sì!) precedenti del regista greco è anche l'uso di una comicità macabra e irriverente che regala qualche momento esilarante. Lanthimos si converte a certi cliché commerciali e il risultato si vede, il film è un successo di pubblico e critica, grazie anche a un cast internazionale di tutto rispetto.
Godibile, forse un po' lungo, esteticamente potente.
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