Regia di Yorgos Lanthimos vedi scheda film
Dopo aver mietuto un enorme successo all’ultima Mostra del cinema di Venezia, dove si è aggiudicato il Leone d’oro, il film di Yorgos Lanthimos, con ancora Emma Stone come protagonista, è ora nelle sale di tutto il mondo, compresa l’Italia.
Povere Creature! (Poor Things!) è tratto dal romanzo del 1992 di Alasdair Gray, sceneggiato da Tony McNamara, ed è un romanzo di “formazione” fantascientifico (!?), con una ragazza suicida riportata in vita da uno scienziato pazzo e il cui processo di apprendimento, graduale ma costante, la porta da una fase iniziale piuttosto infantile a prendere coscienza di sé e della propria libertà, sia come essere in quanto tale che soprattutto come donna.
“Cercavi una donna e hai trovato un’anima” Edith Södergran
Povere creature! è una rilettura ironica e grottesca del mito di Frankenstein ma molto più radicale nel suo essere (volutamente) anche un manifesto politico e femminista, un’analisi potente e disincantata della società moderna ma trasfigurata in una favola gotica, tra continue suggestioni steampunk, reinventate atmosfere vittoriane e influenze surrealiste, e di cui l’aspetto preponderante è soprattutto quello sociologico della sessualità per un punto di vista esclusivamente femminile, in quella che si prefigura come un’esperienza straordinaria di immagini e suoni in cui è impossibile restare indifferenti.
Inevitabili i (tantissimi) riferimenti al Frankenstein di Mary Shelley, nata Godwin esattamente come il personaggio di Willem Dafoe, Godwin Baxter, scienziato e al tempo stesso creatura in quanto frutto lui stesso degli esperimenti del padre, e fuggita, proprio come Bella, in un avventuroso viaggio per l’Europa con il poeta Percy Shelley, un’Europa trasformata nella pellicola secondo uno stile fantastico che ricorda quello di Terry Gilliam e dei Monty Python, tra elementi steampunk, scenografie e sfondi forzatamente teatrali o fondali che rimandano alle opere mute di Georges Melies, o ancora abbacinanti epifanie cromatiche mentre, nei costumi di Holly Waddington, elementi di epoca vittoriana convivono con il fashion della Londra degli anni’60.
Tra colore e bianco & nero il film gioca consapevolmente con la storia del cinema in un florilegio di omaggi e citazioni che, quando riuscite, rendono l’opera di Lanthimos ancora più potente, questo anche grazie alla fotografia di Robbie Ryan e alla colonna sonora di Jerskin Fendrix.
"La via dell'eccesso conduce al palazzo della saggezza” William Blake
Ma è la sessualità e il vero campo da gioco di Povere Creature! messa in scena da Lanthimos in modo vivido, dettagliato e senza timidezza, che in quanto istinto primordiale, privo cioè dei filtri dettati dalla società, riesce a mettere a nudo le contradizioni e le ipocrisie che condizionano l’uomo “moderno”,
E’ vita, senza remore o giustificazione, e per questo Lanthimos ne da una rappresentazione cruda ed esplicita ma non semplicemente gratuita, anche nelle sue inclinazioni più morbose.
La protagonista Emma Stone non si tira indietro nel giocare con il proprio corpo in un ruolo tutt’altro che facile, quasi una specie di anti Justine cinematografica (o anti Barbie?), impegnandosi coraggiosamente in queste scene ma anche nel complicato percorso che la porta da “neonata” a donna consapevole del suo ruolo nel mondo, e passando agilmente dalla commedia alle parti più drammatiche che il suo ruolo impone, offrendosi al pubblico con tutta sé stessa.
“Sei bella per quanta vita ti è passata addosso, per i sogni che hai dentro e che non conosco” Angelo De Pascalis
Anche il resto del cast si rivela all’altezza, a partire da Willem Dafoe, patriarca/scienziato folle quanto premuroso verso la sua creatura, Mark Ruffalo, spesso volutamente (credo) sopra le righe, Ramy Youssef, Christopher Abbott, Hanna Schygulla, Jerrod Carmichael, Kathryn Hunter e Margaret Qualley.
Povere creature! è una commedia dalle dimensioni epiche ma è anche un film brillante e intelligente, spiritoso e pungente, (molto) orgoglioso e perfino (troppo?) compiaciuto della sua peculiarità, ricercata e (soprattutto?) ostentata in modo anche così vigoroso.
Tuttavia.. nel terzo atto inizia a esaurire la sua originalità, quando cioè la storia perde di vigore e iniziano a ripetersi situazioni e battute già precedentemente affrontate, e Lanthimos cerca di riallacciare tutti i fili in una conclusione soddisfacente per tutti, mentre il suo stile affettato e le sue atmosfere fiabesche alla lunga rischiano però di stancare il pubblico.
“Sarà la donna a salvare il mondo” Jules Laforgue
VOTO: 7,5
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