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Povere creature!

Regia di Yorgos Lanthimos vedi scheda film

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La recensione su Povere creature!

di Antisistema
7 stelle

Le scenografie di “Povere Creature!” di Yorgos Lanthimos (2023), aprono orizzonti sconfinati nella mente di Bella Baxter (Emma Stone), relegata a status di bambolina, atta a sollazzare i vari maschi, che le si affastellano attorno. L’uso “carico” ed aggressivo, dell’estetica colorimetrica, nel plasmare le location, rimembra il genio visionario di Tarsem Singh, dove l’irrealtà palesemente artificiosa, cela una miriade di riferimenti artistici.
Proprio quel mondo, di cui la protagonista vorrebbe sperimentare, risulta minato in radice dal proprio “soma” (corpo in greco), prigioniero di una “psyche” infantile. In termini aristotelici, Bella seppur una donna in atto è rimasta mentalmente allo stato di potenza immatura.
Il suo corpo è una materia dentro la quale, sembra mancare l’innesto vitale maschile.
Se l’Emilio di Rosseau fungeva paternalisticamente da figura educativo-patriarcale per la sua sposa Sofia; per Lanthimos la crescita di Bella, pur passando sempre attraverso il maschile, va contro la morale perbenista comune.
Londra, Lisbona, Alessandria, Parigi e la nave, sono tappe di una formazione umana, che al tempo stesso è dovuta ad una propria consapevolezza sessuale.
Un piacere continuamente cercato e goduto, la cui equazione con la felicità, vene continuamente sottolineata dalle tonalità di giallo dei vestiti indossati dalla protagonista. Attingendo ad un immaginario stearmpunk - seppur relegato sullo sfondo -, Lanthimos sviluppa Bella come una rete neurale, che attraverso le esperienze del corpo, sviluppa comportamenti via via sempre più complessi.
Il sesso con l’altro, squarcia il grigio in cui era imprigionata, aprendola alla varietà multiforme dei colori presenti nel mondo. Il regista ad un certo punto, si chiede se ciò sia nei fatti una mera emancipazione, oppure un semplice impulso di bisogni incontrollati, che nei fatti hanno portato Bella da una dialettica creatore/Godwin (Williem Dafoe) - creazione ad un rapporto padrone/Duncan (Mark Ruffalo) - bambola sessuale.
Il focus filmico quindi, risiede attorno al corpo e nel tono da commedia surreale, che pervade lo sguardo nei suoi confronti. Tra schiettezza diretta e tabù argomentativi infranti, Bella applica una visione empirica dell’esistenza, insostenibile alla distanza pure per i casanova più libertini - su tutti il troppo clownesco Mark Ruffalo -, che riconducono la trasgressione ad una libertà, che vede comunque il maschile in un ruolo apicale. Quindi una rottura non per porsi al di fuori della società, ma all’interno di essa, in posizione migliore per sé stessi.

Emma Stone, Mark Ruffalo

Povere creature! (2023): Emma Stone, Mark Ruffalo


Però un attimo prima di raffinare ed andare ancora più in alto di quel capolavoro “Kynodontans” (2009), il greco decide di virare in alto sul glamour, cavalcando le mode del momento, invece di abbracciare in toto l’inquietante presente nel mondo.
La cattiveria degli esordi oramai è andata via, lasciando spazio ad un fastidioso moralismo tutto contemporaneo, su quegli argomenti tabù, irrisi e presi sagacemente in giro, per buona metà dell’opera, costruendo una deliziosa armonia-disarmonica, nella relazione maschile-femminile.
Intorno alla prostituzione Lanthimos, demo-cristianamente, non sa se assecondare la recitazione “evolutiva” di una Emma Stone mai così centrata, oppure condannarla, attraverso un didascalismo dapprima visivo - i corpi brutti dei clienti -, che poi alla lunga diviene un pamphlet didascalico dai tocchi socialistegianti, molto partito democratico.
Quell'occhio di “Dio” della regia, diviene giudizio. L’uso estensivo dei grandangoli, dal distorcere le geometrie e la realtà sulla scia di Orson Welles, si trasforma nelle rette tracciate sulla sfera, che nella geometria non-Euclidea ne rompono il noto assioma, incontrandosi tra loro. Bella avanza alla ricerca del proprio sviluppo, scoprendo poi edipicamente il ritorno al padre. Un viaggio, che conduce al punto di partenza; dal freddo al freddo.
Secondo Aristotele, la donna era inferiore all’uomo in quanto incapace di generare la medesima temperatura corporea. Eppure la stessa esistenza del personaggio di Bella, confuta l’assunto del più grande filosofo di tutti i tempi, visto il “calore” dimostrato ed elargito nell’arco filmico. Ma Lanthimos l’incendiario, diventa pompiere e raffreddando incautamente la scottante materia, pensando, smettendo di narrare, trasformando Bella nel terzo atto, in un’oscena bambolina atta a cincischiare slogan, per controbattere ad una parte maschile ottusa e settaria.
Tutto questo rompe, la riuscita imperfezione precedente, scadendo in una contrapposizione ultra-didascalica (come se in precedenza il regista non fosse stato abbastanza chiaro) per linee geometriche nette, senza deviazione alcuna.
La conclusione lieta e conforme ai canoni odierni viene così servita. Il progresso nasconde l’involuzione di un cineasta, bravo come pochi attualmente nelle commedie, ma infondo conformista nel razionalizzare, in una fiaba crudelmente-ammiccante al sistema, quel consenso da anni cercato e finalmente tributatagli con un Leone d’Oro al festival più importante del mondo e ben 11 nomination agli oscar.

 

Emma Stone

Povere creature! (2023): Emma Stone

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