Regia di Yorgos Lanthimos vedi scheda film
80° MOSTRA INTERNAZIONALE D'ARTE CINEMATOGRAFICA DI VENEZIA - IN CONCORSO - LEONE D'ORO
Nella Londra vittoriana lo scienziato pazzoide Godwin Baxter (Willem Dafoe), da bambino sfigurato e mutilato dal padre per condurre esperimenti, ne segue le discutibili orme riassemblando cadaveri nel nome del progresso e della scienza, ritenendosi pressoché onnipotente (non a caso “God” è il diminutivo che adotta). Recuperata una suicida incinta gettatasi nel Tamigi , la riporta in vita inserendo nel suo cranio il cervello del feto che portava in grembo. La ragazza, che nomina Bella Baxter (Emma Stone), ha comportamenti infantili corrispondenti alla sua età cerebrale, maturando progressivamente nel corso del tempo man mano che il cervello raggiunge stadi di più avanzato sviluppo. Tenuta segregata nella casa laboratorio di Baxter e inizialmente promessa all'assistente dello scienziato (Ramy Youssef), Bella decide invece di partire per un'avventura in giro per l'Europa con l'ambiguo avvocato Duncan Wedderburn (Mark Ruffalo). Dopo un soggiorno a Lisbona e una crociera nel Mediterraneo con l'innamorato, dove incontra una saggia attempata crocerista che le consiglia libri da leggere per ampliare i suoi orizzonti (Hannah Schygulla), a Parigi Bella scarica Duncan e scopre l'indipendenza lavorando come prostituta in un bordello.
Adattamento firmato dallo sceneggiatore Tony McNamara del romanzo dello scrittore scozzese Alasdair Gray, Poor Things è una fiaba nera e surreale affrontata da Lanthimos con piglio visionario, in cui le ricchissime scenografie di Shona Heath e James Price contribuiscono a una messinscena barocca ma anche postmoderna, fatta di inquadrature distorte dai celebri grandangoli fisheye che già caratterizzavano La Favorita, dal passaggio improvviso dal bianco e nero a colori sgargianti, dal gusto per il macabro ed il grottesco e per lo humor nero. Lanthimos ama spiazzare indugiando sulla meraviglia del mostruoso (nel laboratorio di Godwin incontriamo creature composte da parti di diversi animali assemblate insieme: cani con testa d’anatra, polli con testa di bulldog) con rimandi letterari e cinefili che sono ovviamente a Frankenstein, ma anche a Freaks di Browning e The Elephant Man di Lynch.
Emma Stone ce la mette tutta nel dare vita ad un personaggio eccessivo come quello di Bella, che ha un corpo da seducente adulta ma una mente da bambina, non sa controllare gli impulsi e quando inizia a parlare apprendendo una decina di parole al giorno il suo linguaggio è elementare e sboccato: "una splendida ritardata" viene definita. Uno spirito ribelle e spregiudicato che ben presto cozza contro i limiti posti da una società rigida come quella vittoriana, che le vanno stretti soprattutto quando impara a scoprire la propria sessualità, dapprima solitaria con l'ausilio di qualche verdura e poi di coppia ("furious jumpings" li chiama lei) che vive senza alcun senso di vergogna, suscitando scandalo e sgomento.
Nonostante il suo creatore la voglia tenere nascosta e protetta dal mondo esterno, la ragazza è animata d a uno spirito di avventura che la porta a scoprire il mondo e sè stessa attraverso il viaggio di formazione lontana dalla casa-laboratorio-prigione. Il film è in buona parte un racconto di liberazione di una donna dalle convenzioni sociali, che si adatta alla corrente ondata femminista raccontando un percorso di presa di coscienza e di emancipazione che genera una ribellione al controllo sociale sul corpo e la mente delle donne, ove la protagonista si libera dalla tutela dapprima del suo creatore Godwin , poi dal manipolatorio fidanzato Duncan e infine dell'orrendo violento marito riemerso dalla sua vita precedente al tentato suicidio.
Per me Poor Things si rivela un ottimo esercizio di stile, ma non altrettanto solido a livello di contenuto e certamente meno rigoroso rispetto ad altre opere del regista greco che ho molto amato. Come altri autori in questa Mostra, Lanthimos mette troppa carne sul fuoco, con film eccessivamente lunghi ( 141 minuti nel suo caso) che finiscono per ripetersi e girare a vuoto. La prima parte, con la presentazione dell'astruso mondo del film e dei suoi bizzarri personaggi, è ottima davvero, spiazza, meraviglia e diverte, poi purtroppo a partire dal viaggio di Bella e Duncan la storia si perde per i suoi meandri trascinandosi in inutili lungaggini e rischia di stancare ritardando eccessivamente il finale.
Sono convinto che la giuria della Mostra 2023 abbia voluto incoronare Poor Things Leone d'oro anche per lanciarlo nella corsa agli Oscar (sia il film sia Yorgos Lanthimos sia Emma Stone [che guarda un po' vinse proprio col musical del presidente della giuria] sia il non protagonista Willem Dafoe) di cui ormai da qualche anno Venezia si propone come trampolino di lancio. Chi veramente lo meriterebbe è Dafoe: ogni volta che è in scena il suo pseudoscienziato sfregiato affetto da deliri di onnipotenza il film decolla.
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