Regia di Noah Baumbach vedi scheda film
Ok, chi legge i miei pensieri sui film, sa che normalmente trovo sempre qualcosa di positivo nelle pellicole, anche se non mi entusiasmano, ma con Rumore Bianco faccio veramente fatica.
Qui però ho veramente fatto fatica, detto che la trasposizione da romanzo a film era molto difficile a detta di chi il libro lo ha letto, c’è più di qualcosa che non quadra.
Leggendo le varie trame si parla di una nube tossica (non sto spoilerando, basta andare a leggere la trama su Netflix) e sembra che il film si basi tutto su quello, ma non è altro che un punto di partenza per andare molto oltre.
La confusione secondo me regna sovrana, forse colpa di qualche passo falso nel montaggio, o forse di un’azione un po’ troppo avventata e cioè proprio quella di portare le parole del libro in un film.
Certo, il messaggio del film è chiaro, almeno quello, ed è pure molto interessante, ma secondo me è sviluppato male.
La caraterizzazione dei personaggi mi sembra incompleta e anche Babette (Greta Gerwing) sembra vagare nel deserto del nulla.
Detto questo, l’interpretazione di Adam Drive è superba, e dimostra, ancora una volta la grandezza di questo attore appare evidente, come lo era in “Storia di un matrimonio” oltretutto con lo stesso regista.
Quel rumore bianco che voleva essere il punto focale della pellicola si scioglie come la nube tossica. È un vero peccato perché aveva le carte in regola per essere un grandissimo film, ma le ha giocate molto male.
Sia chiaro, non è il peggior film mai visto, però mi aspettavo molto, ma molto di più
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