Regia di Kathryn Bigelow vedi scheda film
Borghesi annoiati faccia a faccia con sé stessi.
Una fotografa, accompagnata dal marito e due amici, visita un’isola desolata per far luce su un efferato omicidio avvenuto duecento anni prima.
La Bigelow fa un ennesimo film di culto, poi naturale delusione ai botteghini, e si capisce, perché se la regia è sì serrata giocandosela sul thriller quasi a volte rischiando di sfociare nell’orrore, in sostanza l’impostazione della storia è autoriale, sembra una di quelle particolarissime opere anni settanta in cui pochi intellettuali si raccolgono per discutere sulla vita. Ne esce che in fondo la condizione del borghese non è poi così tanto cambiata, una volta il timore di Dio portava ad una frustrazione ora determinata da tensioni inespresse per ricerche edonistiche di quel benessere che negando dolorosi dubbi o perplessità porta a forme di vacuità senza speranza; ne viene fuori l’odio in forme subdole, letteralmente folli; rende poi ulteriormente concreta quella tensione portata da una misteriosa insoddisfazione l’inquietante atmosfera che pervade le varie vicende, analessi pervadono i rapporti della protagonista, visioni nate dalle varie supposizioni riguardo quell’antica misteriosa vicenda su cui sta indagando all’insaputa degli altri, visioni spesso mostrate da un montaggio improvviso che in un attimo ti porta dal passato al presente e viceversa. Ecco perché non ha avuto successo, ecco perché le pellicole della Bigelow non ottengono quasi mai successo, perché ti fanno ragionare, mettono in dubbio quella tua comodissima realtà; diventano però col tempo sempre film famosi, dimostrazione di un valore dell’opera che il pubblico riconosce ma che (forse anche giustamente) fatica a digerire. Attori comunque bravissimi se si esclude quell’insulso di Josh Lucas, Sean Penn dal canto suo è immenso come al solito, il suo baffo poi è roba da storia del cinema.
Peccato per la copertina, è l’unica cosa di questo film che fa veramente pietà.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta