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Blonde

Regia di Andrew Dominik vedi scheda film

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La recensione su Blonde

di steno79
7 stelle

Sono arrivato alla visione di "Blonde" con aspettative decisamente contrastanti, vista la confusione critica che si è creata attorno al film che, per dare un giudizio sereno ed equilibrato, sarà il caso per un attimo di spazzare via.

"Blonde" è un lungo film biografico sulla vita di Marilyn Monroe che, ad essere precisi, rientra nelle "fictionalized biographies" o biografie fittizie, dato che alcuni dei fatti esposti, ovviamente non tutti, sono creati apposta per la pellicola. Il film è uno studio che si vorrebbe onnicomprensivo sulla donna Norma Jean e sul personaggio Marilyn, sulle sue difficoltà relazionali soprattutto con gli uomini dovute ad esperienze traumatiche subite a partire dall'infanzia, sulla sua costante ricerca di una figura paterna, sui mille abusi subiti dal sistema Hollyood rappresentato soprattutto da produttori o registi infoiati, mariti gelosi o violenti, presidenti degli Stati Uniti sessualmente perversi. Marilyn è una donna bella, dolce di carattere e dotata di buona cultura personale, che vorrebbe farsi una famiglia con un marito e dei figli come tutte le ragazze americane, ma perseguitata dalla mala sorte e sempre in balia di abusi e umiliazioni anche dai pochi amici, come i figli di Charlie Chaplin e Edward G. Robinson, con cui si era imbarcata in un anomalo menage à trois.

Partendo da queste premesse, cerco con qualche difficoltà di elaborare un giudizio personale: il film può sicuramente contare su qualità formali notevoli, un approccio stilistico di estrema libertà in cui si passa spesso dal colore al bianco e nero per sottolineare gli scarti della personalità fra l'innocente Norma Jean e il suo alter ego soffocante Marilyn, si alternano diversi formati dell'immagine, si sperimentano inedite soluzioni visive come un letto che si trasforma nelle cascate del Niagara... L'interpretazione di Ana de Armas fornisce un contributo di notevole intensità ed efficacia a tratti straziante, servendo con intelligenza i propositi del regista anche in alcuni momenti più discutibili, ed è ben sostenuta da alcuni caratteristi, soprattutto un Adrien Brody nella parte di Arthur Miller tornato alla sua forma recitativa migliore. Tuttavia, venendo infine al nocciolo della questione sviscerato in tante recensioni a favore o (principalmente) contro, il film rende un buon servizio al personaggio, rappresenta in maniera attendibile o filmicamente calzante il calvario dell'attrice morta per probabile suicidio a soli 36 anni? Una delle prime perplessità è quella di aver dato fin troppo spazio alle scene "inventate" con i due figli d'arte, che in termini drammatici portano poca sostanza, e sinceramente il colpo di scena che precede il finale, che ovviamente non vado a rivelare, è una trovata drammaturgica alquanto disonesta e manipolatoria, su cui in definitiva concordo con i detrattori. Poi alcuni momenti di invenzione "visionaria" come le apparizioni del feto che rimprovera Marilyn per l'aborto, oppure alcune scelte provocatorie come il blow job a Kennedy che "si vede ma al tempo stesso non si vede", oppure l'accanimento stilistico ma anche concettuale con cui Marilyn deve essere martirizzata in numerose occasioni, purtroppo gettano seri dubbi sulla trasparenza dell'operazione, anche se non arrivano a compromettere i risultati del film in sede artistica, che restano comunque dignitosi, sicuramente migliori rispetto a quanto detto dagli oppositori più feroci del film. Un film sessista, misogino, antiabortista? Non saprei, tuttavia un tentativo almeno parzialmente riuscito di una ricognizione sul personaggio- a partire da un romanzo della Oates considerato da alcuni un capolavoro della letteratura americana contemporanea- che rifiutando le convenzioni del normale biopic, cerchi di illuminare il suo percorso umano ed emotivo, non tirandosi indietro di fronte alle scelte più scomode e sgradevoli. non è un film che passerà negli annali, ma neppure merita di essere liquidato troppo in fretta. 

voto 7/10
  

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