Regia di Herbert Gantner, Philip Lilienschwarz, Markus Wimberger vedi scheda film
Tre differenti mediometraggi, realizzati nel circuito underground tedesco, recuperati e inseriti - con il pretesto di una debolissima cornice investigativa - in questo inedito collettivo che sfiora le due ore. Di noia.
Due investigatori indagano su tre complicati casi di omicidio.
Inhumanity - regia di Herbert Gantner (*1/2)
Kaj (Alexander Donesch), uno studente vittima di bullismo, decide di vendicarsi delle persone che da tempo lo tormentano (o che almeno così crede), a cominciare dall'insegnante della classe, il prof. Böhler (Alexander E. Fennon). Per una curiosa coincidenza incontra Katharina (Mareike Ruhmann) - una ragazza disadattata e depressa per la condizione di sofferenza in cui versa il padre dopo l'abbandono della moglie - alla quale confessa i suoi delitti.
The brotherhood - regia di Markus Wimberger (*1/2)
Tre studenti finiscono sotto le pericolose attenzioni di un enigmatico docente (il dottor Satanasius) e della sua assistente Lucille, finendo per partecipare ad un macabro seminario tenuto in un castello ch'è anche base di un circolo satanico.
Agonia - regia di Philip Lilienschwarz (**1/2)
Lisa (Kristina Kostiv) viene rapita in pieno giorno da alcuni uomini, per essere poi imprigionata e costretta a subire ripetuti pestaggi e oltraggi sessuali. Sulle sue tracce si orienta la fidanzata, preoccupata per l'improvvisa scomparsa. Dopo una lunga agonia, un evento soprannaturale ribalta la situazione in suo favore.
Portae Infernales: Kristina Kostiv e Peter White (Agonia)
Tre distinti mediometraggi [1], probabilmente realizzati in tempi diversi e in origine senza finalità distributiva, vengono recuperati per essere inseriti poi in questo film antologico. All'occasione viene girato un'inutile serie di scene (tra un episodio e l'altro) che mostrano due investigatori alle prese con i vari casi. Due episodi su tre sono diretti da registi con un solo lungometraggio in curriculum: Agonia (non a caso il migliore se si riesce a tollerare, in un horror, la presenza di un "genio della lampada") è stato realizzato da Philip Lilienschwarz, già all'opera in precedenza sul set di Absolutio (2013); The brotherhood è firmato da Markus Wimberger, all'esordio dietro la macchina da presa con Bloody Monster (2013). Benché girati in Germania, e a dispetto di quel che potrebbero far supporre le trame, i tre segmenti non si collocano nel filone dello splatter tedesco o, almeno non di fatto. Le intenzioni degli autori, evidentemente oltraggiose (le uccisioni sono svariate e tutte rappresentate sullo schermo, compresa un'evirazione prolungata e dettagliata), si scontrano con budget risicati che impongono scenografie mediocri ed effetti speciali ben poco impressionanti.
Portae Infernales: Alexander Donesch (Inhumanity)
Gli attori, considerato il contesto, se la cavano discretamente ma in generale predomina una scarsa qualità video, tipica delle opere underground, resa ancora più mediocre da dialoghi infiniti e regie poco dinamiche, dal taglio televisivo. L'unica eccezione è rappresentata da Agonia, episodio peraltro più breve, con dialoghi ridotti e dal più riuscito impatto estetico. Peccato ritrovare l'ex divo Helmut Berger (interpreta il professor Schneider nel pessimo The Brotherhood, unico episodio noto in patria con titolo alternativo di "Die Bruderschaft des östlichen Tores"), esteticamente irriconoscibile per quanto male invecchiato, in questo esperimento di recupero destinato giustamente all'oblìo.
NOTA
[1] In gergo cinematografico, è definito con il termine "mediometraggio" un filmato della durata approssimativa di 30/40 minuti.
"Contro il male è possibile protestare, ci si può compromettere, in caso di necessità è possibile opporsi con la forza; il male porta sempre con sé il germe dell'autodissoluzione, perché dietro di sé nell'uomo lascia almeno un senso di malessere."
(Dietrich Bonhoeffer)
Trailer
F.P. 11/02/2022 - Versione visionata in lingua tedesca (durata: 115'51")
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