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Glass Onion: Knives Out

Regia di Rian Johnson vedi scheda film

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La recensione su Glass Onion: Knives Out

di simonebulleri
4 stelle
Un eccentrico creso raduna i suoi servili amici per una cena con delitto, dove proclama che sarà lui la vittima designata.
Ma compie il grave errore di ospitare l'infallibile (e libero) detective Benoit Blanc, e la festa diventerà un meccanismo infernale.
 
Sequel deteriore del bellissimo Cena con delitto - Knives Out del 2019, che sacrifica la qualità alla quantità; quantità di attori (e di cameo), di colpi di scena, e - più genericamente - di gratuita pacchianeria.
Se il primo film, infatti, aveva la qualità, e il buongusto, del giusto mezzo, esaltato da recitazione e atmosfere british, qua esplode tutto il gusto statunitense per la carnevalata kitsch, che può acquistare una sua nobiltà epica solo se dietro la cinepresa c'è un certo Quentin Tarantino; e gli altri dovrebbero astenersi, se l'autocoscienza fosse di moda.
Nell'indagine del 2019 la sceneggiatura procedeva inscalfibile e perfetta come un orologio svizzero, questa del 2022 di svizzero ha solo i buchi, come un indigesto gruviera pronto a fermentare negli intestini.
E i tanti attori coinvolti hanno pure un gran bel daffare a colmarne le mancanze. Lo stesso Daniel Craig, in piena fase di debondizzazione, tanto centrato e a proprio agio nel primo film, adesso si agita spaesato in mezzo a tutto questo pirotecnico bailamme; e invece di chiarirci qualcosa del suo misterioso investigatore privato, preferisce arrendersi alla guittoneria, nonostante il divertente cameo di Hugh Grant (forse il momento migliore).
I personaggi femminili, poi, sono tutti bidimensionali: o asine giulive o malmostose paladine che non si sollevano mai dalla macchietta.
E fa male sapere che è l'ultima apparizione dell'immensa Angela Lansbury.
Un vero peccato perché la confezione tecnica (montaggio, fotografia, scenografia) sarebbe da serie A.
40 milioni di dollari di budget gettati al vento...che magari sarebbero serviti per far debuttare un centinaio di giovani registi.
Insomma, tutta forma e zero contenuti.
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