Regia di Edward Berger vedi scheda film
Uno studente tedesco di belle speranze (Kammerer), animato da spirito patriottico, ma inconsapevole della tragedia a cui sta andando incontro il suo Paese, imbraccia il fucile con entusiasmo alla volta del fronte occidentale, dove la Germania, durante la I Guerra Mondiale, sta cercando di conquistare la Francia. Con i suoi compagni, troverà soltanto gli orrori indicibili della guerra.
Tratto dall'immortale romanzo di Erich Maria Remarque, il film di Edward Berger è uno straordinario esempio di cinema antimilitarista, capace di coniugare l'eccellenza del linguaggio filmico con la pregnanza di un racconto che, a dispetto delle due ore e mezzo di durata, non conosce pause. Niente di nuovo sul fronte occidentale (che vanta già due precedenti riduzioni cinematografiche: una del 1929, di Lewis Milestone e l'altra del 1979, con la regia di Delbert Mann) riesce a restituire perfettamente il senso di assurdità della guerra, collocando - da un lato - le scene di combattimenti e la vita di trincea, che culminano nell'indimenticabile del corpo a corpo all'arma bianca del protagonista con un militare francese, e - dall'altro - nella crapula oziosa e continua di chi, dalla stanza dei bottoni, riesce persino a disquisire a proposito della freschezza delle brioches alla vigilia dell'armistizio che avrebbe portato alla resa dei tedeschi, mentre milioni di ragazzi andavano a morire. Marchio Netflix, ma - stavolta - siamo su un altro livello rispetto al solito standard e l'Oscar come miglior film straniero è pienamente meritato.
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