Regia di Edward Berger vedi scheda film
Un film prodotto da Netflix che però è un peccato non sia passato al cinema perché secondo me avrebbe reso molto di più.
Il film trasporta in pellicola l’omonimo romanzo di Erich Maria Remarque, e se è vero che si tratta di un romanzo, è anche vero che lo scrittore racconta anche ciò che lui aveva vissuto quando fu mandato in guerra proprio sul fronte occidentale. Quindi non sono racconti totalmente inventati anzi…
Il film è un kolossal di guerra di produzione tedesca, con scene forti ma che potevano essere ancora più crude, se pensiamo alla tendenza moderna, soprattutto però delle serie tv.
Il film, piuttosto lungo, racconta, come dice il titolo, gli avvenimenti accaduti durante la Prima guerra mondiale sul fronte occidentale tedesco, quello per capirsi, al confine francese. Uno dei punti dove è morta più gente senza mai fare un passo in avanti o indietro.
Il regista è poco conosciuto qui in Italia: l’unica opera di una certa consistenza che è passata nel nostro paese è Deutchland’83 serie trasmessa alcuni anni fa da Sky. Il suo è stato un lavoro complesso e con delle connotazioni più spettacolari che di racconto o analisi. È comunque una modalità di creare cinema.
Manca, infatti, un po' di racconto in più su chi erano i personaggi, sulle loro vite. Si intuisce che hanno ricevuto un lavaggio del cervello e che più che una guerra, credono di vivere una bella avventura. Gli attori sono sicuramente ben centrati, anche se qualcuno ogni tanto sembra un po' estraneo alla situazione.
Da sottolineare la prova drammatica di Daniel Bruhl (il ragazzo di Good Bye, Lenin!) che qui interpreta la parte del politico Matthias Erzberger. Nelle sue scene, c’è sempre quel dolore, quella sofferenza e quella tristezza che c’è al fronte, senza far vedere la battaglia. Spettacolo.
Certo, ci sono dei limiti alla narrazione, ma tutto sommato è un bel film, è candidato per la Germania come miglior film straniero ai prossimi Oscar, non so se arriverà alla cinquina finale, chi vivrà vedrà.
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