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Niente di nuovo sul fronte occidentale

Regia di Edward Berger vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Niente di nuovo sul fronte occidentale

di axe
7 stelle

Liberamente tratto dall'omonimo romanzo di Erich Maria Remarque, "Niente Di Nuovo Sul Fronte Occidentale" racconta la storia di Paul Baumer ed i suoi amici, arruolatisi nell'esercito tedesco nel 1917, con l'approvazione e l'incoraggiamento di un suo professore. L'entusiasmo dei ragazzi ben preso sfuma, a causa delle durissime condizioni di vita nelle trincee del Fronte Occidentale. Qui, condividendo pericoli e disagi con altri commilitoni, i giovani soldati, resistono fino ai giorni dell'armistizio, nel novembre del 1918. Nessuno di loro, però, ha la possibilità- di tornare a casa. L'opera, di direzione e produzione tedesca per distribuzione Netflix, pur non essendo completamente fedele al romanzo da cui trae ispirazione, ne coglie il senso e trasmette il messaggio, utilizzando un linguaggio chiaro, di forte impatto. Il racconto si apre mostrando la "macchina della morte" bellica marciare a pieno regime. Le uniformi di soldati morti, i cui corpi ormai spersonalizzati sono conservati a cumuli, sono tolte ai cadaveri, rammendate, messe a disposizione delle reclute, le quali giungono in area di guerra con la convinzione - instillata da personaggi ben lontani dal fronte, o comunque al sicuro - di essere dalla "parte giusta" della storia e di poter fare la differenza. La baldanza giovanile ha fine nel momento in cui fanno esperienza delle iniquità, della precarietà, della fame e del freddo, dei rischi propri della vita nelle trincee. Si muore per un nonnulla, combattendo per pochi metri di territorio, tra fango, rottami, altri cadaveri. Qualcosa si muove sul piano della diplomazia; i plenipotenziari tedeschi, consapevoli della brutta situazione militare e del crollo del fronte interno, trattano la fine delle ostilità. La notizia è accolta con gioia dai soldati, meno da ufficiali, come il generale Friedrichs, un personaggio imbottito di retorica nazionalista, più a suo agio con coltello e forchetta che nelle attività di prima linea. L'ufficiale, appresa l'ora stabilita per la conclusione dei combattimenti, lancia i suoi uomini in un'ultima carica, che porta ad un inutile massacro. Paul Baumer è trafitto da una baionetta proprio allo scoccare dell'ora fatidica; prima di lui sono morti i suoi compagni, chi suicida a causa di una ferita di guerra che l'avrebbe reso per sempre invalido, chi colpito da un proiettile sparato da un istintivo e crudele ragazzotto - dimorante in una fattoria dalla quale occasionalmente i soldati tedeschi sottraevano animali di cui nutrirsi - chi bruciato con un lanciafiamme mentre tentava di arrendersi. Un'intera generazione di giovani è stata decimata; l'intero fronte è un immenso cimitero, costellato di crateri e cosparso di cadaveri. Paul sa combattere ed uccidere per non morire; ma non perde la sua umanità. Il suo sguardo è sempre rivolto al futuro, accetta di condividere il poco che ha con i commilitoni, soffre per la loro morte e per quella dei nemici (una lunga sequenza lo mostra dolente, di fianco ad un soldato francese in agonia, da lui mortalmente ferito). Una macabra ironia, comunque connessa all'umana follìa, gli impedisce di sopravvivere. Nessuno tra gli attori mi ha particolarmente colpito per l'interpretazione del relativo personaggio; del resto, "Niente Di Nuovo Sul Fronte Occidentale" è un film corale, non esiste un vero e proprio protagonista; Paul ottiene più attenzione di altri soggetti, ma la sua personalità o storia non sono diverse da quelle di migliaia di esseri umani mandati a morire in quelle umide terre. Nella prima parte del film, prevalgono le ricostruzioni dei combattimenti, sempre molto feroci e rappresentati in lunghe e confuse sequenze, le quali si alternano alle fasi dedicate alle trattative per l'armistizio. Nella seconda parte, molto spazio è concesso a sequenze, poco realistiche, che mostrano le ultime ore di vita di alcuni tra i personaggi; i loro sogni, aspettative, sono espressi durante un vagare in un'area troppo tranquilla per essere a ridosso di una zona di guerra, e pertanto irreale, improbabile, così come le possibilità che i desideri si realizzino. La vera pace giunge dopo le ore 11, dell'11 novembre. Altrettanto irrealmente, soldati francesi e tedeschi smettono all'improvviso di battersi e si prendono a cura l'uno dell'altro. Il racconto non opera un approfondimento su eventi e circostanze storiche che scatenarono la Prima Guerra Mondiale, ne' prende le parti dell'uno o dell'altro schieramento. Trasversalmente, pone da un lato gli ufficiali superiori - anche nello schieramento alleato, erano presenti personaggi "duri", come il maresciallo francese Foch, poco conciliante durante le trattative - e dall'altro i soldati, accomunati da medesime condizioni e prospettive. Il messaggio antimilitarista ed antibellicista giunge con estrema nitidezza; è questa una nota di merito per un'opera ambiziosa, altresì impreziosita da un buon montaggio e qualche "finezza" (l'iniziale sequenze del riciclo delle divise è notevole) ma certamente non originale e leggermente carente sotto il profilo della caratterizzazione dei personaggi. Onore al merito ... ed al messaggio veicolato !

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