Regia di Steven Spielberg vedi scheda film
L’ultimo film di Spielberg , The Fabelmans, è sicuramente una incognita, ed è ovvio che abbia diviso il pubblico, tra quelli che lo hanno amato e quelli che lo hanno detestato.
È un film autobiografico, che rasenta il capolavoro, non arrivandoci ma, secondo me, è una cosa voluta. Steven Spielberg non ha cercato di fare un film perfetto ma ha cercato di mettere tutto sé stesso.
Ecco quindi spiegata la lentezza della prima parte (la prima ora circa) che è più una carezza a quei genitori e a quella famiglia che nel tempo si sarebbe sgretolata. Un’Ultimo sguardo a quel passato da bambino, dai mille colori che quasi tutti noi abbiamo avuto o ricordiamo di avere avuto.
Nella seconda parte il film corre veloce tra battute divertenti, momenti drammatici e avventure romantiche.
La fotografia è secondo me perfetta, senza sbavatura come l’interpretazione di Seth Roger e Michelle Williams.
La maestria di Spielberg si vede in tutto il film, quella telecamera che segue con dolcezza il bambino, ma lo si vede soprattutto nella scena finale, con un momento che potrebbe quasi essere banale ma è perfetto. È come se il regista avesse fatto l’occhiolino a tutti noi presenti in sala.
Si, perché è alla fine un racconto che Steven fa a chi ha avuto la compiacenza di accettare il suo invito nel suo salotto migliore (il cinema) e tra te e biscottini, si racconta e ci aiuta a raccontarci.
Andando più sul personale, la pellicola in certi punti mi ha quasi commosso (cosa che non mi succede spesso, e non vado certo fiero di questo), mi sono rivisto, con le debite distanze, in alcuni punti, in alcuni momenti, in alcune affermazioni (quello che per tutti era un hobby ma io volevo diventasse un lavoro).
Sono sicuro che molti spettatori si sono rivisti in piccoli momenti del film.
È la storia di Steven Spielberg, è la nostra storia, quella che si staglia all’orizzonte del nostro cuore.
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