Regia di Steven Spielberg vedi scheda film
Una delusione profonda, se la filmografia di Spielberg è da sempre colma di ironia e leggerezza, questo film ne è totalmente privo. Attori imbambolati che incarnano il peggio dell'americanità da caricatura.
Mi trovo a scrivere questa recensione non perché particolarmente ispirata o desiderosa di esprimere il mio giudizio, ma perché reduce da un'esperienza cinematografica deludente come raramente mi è capitato. Vado in sala dopo mesi di attesa, ancora più cimentata dalle ottime opinioni di persone stimate. Al videomessaggio iniziale di Spielberg il mio entusiasmo era ancora molto alto, ma si è spento già nella prima mezz'ora di film. The Fablemans è una storia che mi è risultata poco interessante, raccontata senza originalità e, cosa più grave, senza quell'ironia che mi (ci) ha fatto amare il grande regista nei decenni. I personaggi li ho trovati scritti in modo banale e manicheo, dalla madre geniale ma nevrotica, al compagno di scuola antisemita e violento e non ho empatizzato con nessuno di questi, nè nel bene, nè nel male. Il padre senza labbra né espressione ha la perenne faccia del pater familias americano medio e ricorda incredibilmente il robot di Brian e Charles. La madre interpretata MIchelle Williams ha l'espressione dello sbalordito della grotta del presepe. Difficile empatizzare con i turbamenti del piccolo S., complessato perché l'unico ebreo nei dintorni, poi perché basso e perché "costretto" a vivere in una casa in affitto e non di proprietà.
Ma credo sia inutile cercare una spiegazione alla mia profonda delusione, si è trattato di una reazione fisica ed emotiva e non razionale. Inutile dire che il film sia girato benissimo, e ci mancherebbe, ma come in molti dei "filmoni" americani degli ultimi anni manca quell'inventiva creativa che dovrebbe rendere il cinema una forma d'arte e non di intrattenimento.
Forse è stato così bravo il piccolo S. a inventare mondi che nel raccontare la propria storia invece non riesce ad avere uno sguardo profondo ed incisivo, originale e intenso. Oppure invece è davvero il suo capolavoro, e io non ho capito nulla...
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