La recensione su Evil at the door

di undying

2 stelle

Home invasion, diretto sulla scia di The strangers e La notte del giudizio.

La setta segreta, definita The Locusts, una volta all'anno pratica una cerimonia anarchica che si compie durante una notte, per tre ore di tempo, in cui gli adepti possono fare tutto ciò che vogliono in una casa scelta, a danno delle persone che vivono al suo interno. Questa volta hanno selezionato la casa di Daniel (Matt O'Neill) e Jessica (Sunny Doench).

Un film in esatta via di mezzo tra The strangers (Bryan Bertino, 2008) e La notte del giudizio (James DeMonaco, 2013), diretto dal produttore e regista Kipp Tribble che, in questa occasione, recita pure e si occupa anche della sceneggiatura. Il cast è interessante, infatti il film inizia con un primo piano di Bruce Davison (The manor, X-Men, Le streghe di Salem), ma la storia promette poco. E rende meno. Il problema di Evil at the door è la totale assenza di uno stile dietro alla macchina da presa, che rende del tutto inutile un film prevedibile, già visto e rivisto. I membri della setta indossano maschere a forma di teschio, poco efficaci. Completamente mancata la costruzione della suspense, la tensione latita. Ai personaggi non c'è verso di affezionarsi. Tutto si riduce al minimo, con pochi effetti in CGI e un ritmo assolutamente ingessato. A chi è destinato un film di questo genere? Alle piattaforme di streaming, che possono così ampliare un catalogo titoli certamente nuovi, quanto poco graditi dal pubblico.

"Non è necessario che tu esca di casa. Rimani al tuo tavolo e ascolta. Non ascoltare neppure, aspetta soltanto. Non aspettare neppure, resta in perfetto silenzio e solitudine. Il mondo ti si offrirà per essere smascherato, non ne può fare a meno, estasiato si torcerà davanti a te."

(Franz Kafka)

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