Regia di Marco Simon Puccioni vedi scheda film
"Tutto il mondo è paese", o "tutte le famiglie sono uguali", anche quelle che in base alle premesse dovrebbero essere più aperte, più comprensive, più "moderne" di quelle tradizionali. Felice è l'equilibrio tra commedia e dramma così come felice è il soggetto, anche se contorto, e l'approccio registico. Discreta la sceneggiatura, con qualche punta (la battuta di "Frada" è personalmente esilarante), buone le interpretazioni degli attori, in particolare quelle dei ragazzi, estremamente disinvolte, mentre i quattro interpreti principali adulti in alcuni passaggi non convincono del tutto. Ma veniamo al punctum pruriens. Un certo numero di esponenti gay (soprattutto uomini), sia in Italia che all'estero, ha aspramente criticato il film, e qualcuno è arrivato a dichiarare, cito testualmente: "Gay male relationships and marriages are generally more stable than any relationship involving women, not surprisingly because gay men are much better at communicating their sexual and emotional needs. Others could take note of how well gay male relationships work....". Hai capito? Siamo di fronte all'affermazione di una razza eletta, superiore, con implicito disprezzo di tutte le donne, una razza di semidei che non sono macchiati dai difetti che gli eterosessuali, e in particolare le rappresentanti del gentil sesso, hanno. E' stupefacente la velocità con la quale, nella nostra società sempre più "evoluta", l'emarginato si trasformi in emarginante. E la nota più amara è che questo atteggiamento inconsapevolmente giustifica quello di coloro che hanno sempre condannato gli omosessuali, perché si cerca di innalzare un muro che per secoli si è chiesto di abbattere. Un bell'esempio di ipocrisia.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta