Regia di Eric Rohmer vedi scheda film
Rohmer costruisce il consueto mosaico, o labirinto sentimentale tra una manciata di personaggi che si incontrano per caso e si frequentano per un breve periodo di tempo. Come al solito all'inizio sembra non succedere niente, ma ecco che si crea un intreccio di amori, attrazioni, respingimenti, inganni e indifferenze, e noi vi restiamo avvolti assieme ai personaggi. I dialoghi - come sempre nel regista francese - giocano un ruolo primario e necessitano di attenzione per essere seguiti. Le battute che andrebbero trascritte su un quaderno sono numerose, perché fanno proprio centro su certi modi di pensare e di parlare delle donne. Rohmer era un grande e acuto osservatore delle persone e del loro modo di comportarsi: qui si direbbe quasi che gli uomini li osservi dal di fuori, mentre delle donne tenti anche di cogliere le pieghe e le sfumature del loro animo, con i complessi giochi interni e le contraddizioni del caso.
Gli attori sono molto in parte, e i loro personaggi sono descritti con precisione e realismo. Guardando il film si pensa spesso che le persone sono così anche nella realtà (nel senso di tipi umani) e che con quelle persone le cose vanno spesso in quel modo. Efficaci ho trovato in particolare il tizio che fa il "vecchio" della situazione, e la bionda cugina di Pauline. E' proprio il tipo che piace alle donne, e infatti ne ha molte, ma guai a quella che pensasse di essere l'unica, o anche di essere importante. La cugina, dal canto suo, ci casca, si innamora di lui, e si rifiuta di riconoscere che tipo sia anche quando avrebbe motivo per pesanti sospetti. L'ultimo dialogo tra lei e la ragazza è emblematico: entrambe, l'una a torto e l'altra a ragione, si sforzano di vedere gli uomini di cui sono innamorate sotto una buona luce. Il fatto che essi siano sinceri o no è qui marginale; quello che conta è il disinteresse di fondo che le due donne hanno per la verità e la propensione ad ingannarsi, o a vedere gli uomini come più loro aggrada. E' un finale inaspettato, che lascia forse un po' il boccone in gola, ma in fin dei conti è anche di grande intelligenza.
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