Regia di Don Siegel vedi scheda film
Dal punto di vista tecnico e cinematografico il film è ineccepibile. Però è secondo me una pellicola decisamente sgradevole, e forse persino crudele. Qui Siegel dà briglia sciolta alla cattiveria che ha mostrato più volte nel corso degli anni '70 (anche se non sempre): personaggi tutti negativi, il bene non esiste o è solo una finzione, il finale è un pugno nello stomaco. Il protagonista, innanzitutto, è un perfetto ipocrita, che persevera nell'ipocrisia sino alla fine. Anche la sua morale quacchera è piena di contraddizioni. Finge con tutte le ospiti del collegio, e porta avanti un gioco pericolosissimo che si illude di controllare. In realtà, poi, non gli interessa seriamente nessuna delle donne, perché vuole avere solo il loro corpo. Finge e simula con una tale naturalezza che il suo personaggio non può guadagnare la simpatia di nessuno. Le donne, da parte loro, hanno tutte caratteristiche negative di vario tipo: ciò che le accomuna è forse una pazza gelosia vendicativa, di quella che vuole farla pagare con ogni mezzo, con buona pace della morale che dicono di rispettare. Il regista fa vedere la crudeltà a cui le donne giungono, compresa la ragazzina che quasi sembrava salvarsi dall'odio e dalla sete di vendetta. Ad un certo punto sta quasi per indietreggiare davanti all'irreparabile, ma resiste alla coscienza e opta per andare fino in fondo. E il suo ghigno del finale fa venire i brividi. Il pugno dello stomaco è secondo me dato, oltre che da quel ghigno, anche dal fatto che tutte quelle educande che studiano le buone maniere, e la loro raffinata direttrice, hanno commesso il turpe atto a cuor leggero; compiuto il misfatto, ne parlano con naturalezza e indifferenza. Più del male, fa paura appunto l'indifferenza con la quale lo si commette.
Secondo Don Siegel, gli ultracorpi hanno vinto, e hanno ucciso l'umanità nel cuore di tutti.
Sgradevole, come dicevo, quindi per quanto mi riguarda da vedere una sola volta.
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