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Sabotatori

Regia di Alfred Hitchcock vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Sabotatori

di obyone
8 stelle

 

Robert Cummings, Priscilla Lane

Sabotatori (1942): Robert Cummings, Priscilla Lane

 

David O. Selznick aveva Hitchcock sotto contratto quando nel 1941 il regista lo mise al corrente delle idee per un nuovo film. Selznick non rimase, tuttavia, persuaso dal progetto e così arrivò ad un accordo con gli Universal Studios che avrebbero sborsato una discreta cifretta e promesso una percentuale sugli incassi del film in cambio dei diritti. Fu un’operazione snervante poiché Selznick aveva già tentato di vendere ad altri senza successo, non credendo che il progetto di Hitchcock meritasse la sua attenzione. A seguito dell’accordo Selznick “prestò” Alfred Hitchcock e Universal distribuì quanto realizzato dai propri studi cinematografici. Quando i giapponesi attaccarono Pearl Harbor il film era in fase di produzione e, come riferì in seguito Patricia Hitchcock, il padre era stato più volte criticato, come molti altri inglesi all’estero, per non aver fatto ritorno in patria. L’Inghilterra era scossa dai bombardamenti tedeschi dall’estate del 1940. In verità l’unico modo per Hitchcock di contribuire alla causa bellica, quella americana e quella del suo paese, era il cinema, ovvero ciò che sapeva fare meglio. “Sabotatori” rientrava sicuramente nel filone propagandistico di cui Hitch si occupò in quegli anni e che alla causa bellica apportò il suo tassello. Nonostante l’attacco giapponese, tuttavia, il film non faceva nomi rivelando una generica minaccia “estremista” sul suolo americano. Ivi operava una struttura complessa volta a creare terrore per impedire agli Stati Uniti di guardare di là dell’Atlantico e di occuparsi degli affari europei.

 

Robert Cummings, Priscilla Lane

Sabotatori (1942): Robert Cummings, Priscilla Lane

 

Il soggetto di Hitchock fu affidato alla sodale Joan Harrison (con lui dal ’39), a Peter Viertel e alla poetessa e scrittrice Dorothy Parker. Secondo Norman Lloyd, che nel film interpretava il dinamitardo Frank Fry, fu Parker, conosciuta tanto per la raffinatezza dei testi quanto per la schietta irriverenza degli stessi, a scrivere i dialoghi più intensi della pellicola, quelli tra il protagonista Barry Kane (Robert Cummings) e il signor Philip Martin (Vaughan Glaser) che si spartiscono la scena in uno chalet durante la fuga del primo. Quello di Martin è senza dubbio uno dei personaggi più intriganti per la capacità di soppesare con arguzia la realtà nascosta dietro il velo della cecità. Capace di leggere la verità meglio di chiunque il vecchio esorta il giovane Kane a perseguire il proprio obiettivo. È la verità ciò che cerca Kane con ostinazione, incalzato com'è dalla polizia che lo considera reo di sabotaggio e omicidio.  

Spinto a scoprire quanto si nasconde dietro l’incendio della fabbrica, Kane e la nipote di Martin (Priscilla Lane) iniziavano la loro corsa contro il tempo per scagionare il giovane uomo ed evitare un nuovo attentato.

 

Robert Cummings

Sabotatori (1942): Robert Cummings

 

Se il vecchio cieco vedeva oltre il proprio handicap la realtà dei fatti, ovvero una fetta di popolazione contraria all’intervento bellico, se non proprio un'ala del paese sostenitrice del nazismo, Hitchcock scorgeva nella polizia la cecità delle istituzioni impreparate a cogliere il pericolo nascosto nelle alte sfere della società, quelle potenzialmente in grado di investire risorse contro la guerra e contro il governo ormai deciso ad intervenire nel conflitto mondiale. Rianimato dall’idealismo del vecchio Martin e dall’ospitalità della comunità freaks di un circo sgangherato Barry e la redenta Patricia si adoperano per smascherare i veri sabotatori. Altra sequenza fondamentale del film è quella ambientata proprio nella carrozza dei freaks anch'essa dovuta alla sensibilità e all'intelletto di Dot Parker. È senz'altro un condensato dell'America e della sua democrazia ma anche una raffinata rampogna verso una società americana classista e ghettizzante che celebra le apparenze anziché i valori della solidarietà e della lealtà.

Norman Lloyd sostenne che le deformità fisiche dei membri del circo esercitarono nel maestro del brivido un fascino del tutto particolare. In particolare, credo, l'opposto carattere delle gemelle siamesi che ricordano i drammi freudiani dei successivi capolavori.

La sequenza circense fu ricostruita magistralmente utilizzando un paio di carrozze in primo piano e svariati parallelepipedi di carta sullo sfondo che seppur stilizzati davano l'impressione di essere vere carrozze all'occhio della telecamera, ingannata tra l'altro dalla statura dei poliziotti, posti nelle retrovie, che in realtà erano persone di bassa statura.

 

Robert Cummings, Priscilla Lane

Sabotatori (1942): Robert Cummings, Priscilla Lane

 

"Sabatotori" non manca di altri celebri topoi del cinema di Hitch come l'uomo ingiustamente perseguitato, la fuga finalizzata alla ricerca del vero colpevole, la vertiginosa verticalità degli edifici, la contrapposizione fisica tra uomo donna che in Cummings e Lane rispetta quel paradigma bruno/biondo a cui tutti gli interpreti (o quasi) si sono conformati nella lunga carriera del regista. 

Nonostante Hitchcock non apprezzasse Lane, che considerava banale e poco sofisticata, e Cummings che a suo dire mancava di espressività, a mio avviso i due attori funzionano piuttosto bene. Le scaramucce iniziali sono effervescenti ed il personaggio di Lane è volitivo e non ha bisogno della controparte maschile per completarsi mentre il giovane Kane matura velocemente la consapevolezza di un paese spaccato e ricco di contraddizioni economiche e politiche.

Il personaggio più sorprendente è tuttavia Frank Fry. Il suo sguardo agghiacciante, rivolto alla nave reclinata sul fianco, una nave, la Normandie, che fu effettivamente vittima di un incendio mentre era ormeggiata a New York, e che Hitchcock fece filmare dalla propria troupe durante l'incidente in un raptus di improvvisazione, ricorda quello ben più famoso di Norman Bates. Nello sguardo di Fry c'è tutta la carica d'odio del nazismo e la pericolosità degli estremismi politici che aveva messo in fiamme l'Europa.

La figura di Fry, che rompendo ogni possibile schema narrativo compare di sfuggita all'inizio del film tornando prepotente solo alla fine, è centrale in quella che rimane a tutti gli effetti la scena più famosa della pellicola. Per realizzarla Hitchcock si fece costruire a grandezza naturale la fiaccola della "Statua della Libertà" e lì girò il salto nel vuoto grazie ad una videocamera che veniva sparata verticalmente mentre immortalava la caduta di Lloyd. Costuì in realtà simulò il gesto rimanendo seduto su di uno sgabello girevole. Era la macchina a creare l'effetto della caduta salendo velocemente verso l'alto. Hitchcock si pentì, secondo Norman Lloyd, di aver scelto Fry come vittima. Il pubblico si sarebbe immedesimato in lui e di conseguenza avrebbe provato pietà per un "nazista". Nonostante i toni drammatici della caduta qualcuno trovò il modo di ironizzare suli punti della manica della giacca che andavano strappando pian piano. "Se Fry avesse avuto un buon sarto non sarebbe morto". In questa battuta c'è tutto l'umorismo di Alfred Hitchcock mentre tutto il suo genio esplodeva nella "Radio City Music Hall" dove la realtà e la finzione si intrecciavano convulsamente negli spari sovrapposti di una pellicola dentro la pellicola. Per il sottoscritto la sequenza più emozionante del film. (V.o.s.)

 

DVD. Ed. Universal RCS Quotidiani Spa 2010. Il grande cinema di Alfred Hitchcock

 

Norman Lloyd

Sabotatori (1942): Norman Lloyd

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