Regia di Maria Schrader vedi scheda film
Nel 2017 Jodi Kantor e Megan Twohey, giornaliste del New York Times, iniziano a seguire un reportage sul mondo dei soprusi nel mondo del lavoro e di come mai questi difficilmente vengano denunciati da chi li ha subiti. Jodi viene a conoscenza delle molestie che abitualmente il produttore cinematografico Harvey Weinstein perpetra nei confronti di attrici e collaboratrici.
il caso ‘Me Too’, fragorosamente esploso nel 2019, ma iniziato ben due anni prima, e che ha lambito anche il nostro paese, con l’attrice Asia Argento fra le maggiori accusatrici e fomentatrici, viene svelato nei suoi retroscena investigativi e giornalistici. Osservando la vita privata e professionale delle due giornaliste del Times, splendidamente impersonate da Carey Mulligan e Zoe Kazan, che per prime svelarono sulle pagine del proprio giornale cosa si celasse dietro le quinte del dorato mondo di Hollywood, sempre loro il romanzo autobiografico dal quale è tratta la pellicola. Il film diretto da Maria Schrader – sue le mini - serie Hunhortodox e la trilogia Deutschland ‘83, ‘86 e ‘89 - ha il merito sia di non voler spettacolarizzare gli abusi, descrivendoli meticolosamente, sia quello di non voler dare voce a Harvey Weinstein, ma soffermandosi sulla figura di due giornaliste che con grande fatica, facendo combaciare impegni famigliari e vita privata con un lavoro certosino di ricostruzione, riescono nell’impresa di scatenare una class action e una presa di coscienza collettiva che ha coinvolto sia anonime mestieranti del mondo del cinema così come attrici più celebrate come Ashley Judd, presente con un cameo, e Gwyneth Paltrow. Film da vedere d’un fiato pur conoscendone fin da subito i risvolti finali e che s’incastra alla perfezione nel cinema d’inchiesta sullo sfondo di una redazione di un giornale e sul medesimo solco tracciato da Tutti gli uomini del presidente, sino al più recente Il Caso Spotlight.
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