Regia di Calvin Jackson Padget (Giorgio Ferroni) vedi scheda film
Spaghetti western solido, ma costruito attorno a un plot vecchio di almeno due anni rispetto all'uscita del film. Sembra infatti di assistere a uno dei classici spaghetti western del '65 con il protagonista incarcerato ingiustamente per omicidio, ma capace di evadere e di provare la propria innocenza a danno della banda di bulli (nella fattispecie dei razziatori che utilizzano dei ferri particolari per marcare le bestie sormontando i marchi dei derubati) che lo ha incastrato.
Piuttosto incolore i dialoghi, peraltro privi di un qualsiasi tocco di ironia. Personaggi abbastanza stereotipati, eccetto il prete cui da corpo l'ottimo Nello Pazzafini. Curioso anche il personaggio del giocatore d'azzardo interpretato da un valido Gernan Cobos. Debolissimi gli antagonisti capitanati dal granitico Serge Marquand.
Nulla di innovativo dunque per quello che, a mio avviso, è il western meno interessante di Ferroni.
La regia è ordinata sebbene dotata di scarsa inventiva. Come dice Ruggero Deodato (che collabora quale aiuto regista), Ferroni gira tutto il film con campi e controcampi, non ricorrendo a zoomate, soggettive o invenzioni particolari dietro alla mdp.
Si segnala solo una lunga sequenza (girata anche con l'ausilio del camera car) con una carovana inseguita da un plotone di messicani che, in mezzo alla polvere, cadono in serie sotto i colpi delle fucilate e delle bombe lanciate da Gemma.
Musica di Ferrio tutt'altro che memorabile, come la fotografia di Secchi.
Nel complesso è un western che sa intrattenere i fanatici del genere, ma che non aggiunge nulla di nuovo a quanto già visto sia sotto il profilo contenutistico sia registico. Voto: 5.5
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