Regia di Lina Wertmüller vedi scheda film
Sabato, domenica e lunedì, film tratto da una commedia teatrale di Eduardo De Filippo. Ma De Filippo ha fatto ben di meglio. E pure la stessa Wertmuller, che qui va col pilota automatico: il testo è solido, gli interpreti di chiara fama, Napoli non ha per lei segreti. E così il risultato, anche se non è certo disprezzabile, pare un po' scialbo, mandato a termine più con mestiere che con vera e propria passione. La Loren si ricicla come massaia napoletana verace, ma sono ben lontani ormai i tempi di Adelina (Ieri, oggi e domani, De Sica, 1963, sempre da Eduardo) o di Filumena Marturano (Matrimonio all'italiana,1964, medesimi autore e regista); a ossessionare infine lo spettatore giunge come co-protagonista nientemeno che Luca De Filippo, che di Eduardo è il figlio. Sembra quasi più un tributo che un progetto dalle velleità sinceramente artistiche, ma di quei tributi messi in piedi giusto per fare un po' di rumore e, soprattutto, presenza. Per fare ricordare al pubblico più l'esistenza di chi tributa, che l'assenza di chi è tributato. In ruoli minori, azzeccati, troviamo Pupella Maggio, Enzo Cannavale e Luciano De Crescenzo; c'è pure tempo per infilare, nella più rinomata pratica nepotista d'italica tradizione, una parente della star del film: ecco quindi che viene trovato un ruolino anche per Alessandra Mussolini. Qui, però, la nota positiva di Sabato, domenica e lunedì: in seguito al mezzo insuccesso di questa pellicola, la Mussolini decise di ritirarsi dal cinema. Qui, però, la nota negativa del ritiro dal cinema della Mussolini: nella più rinomata pratica nepotista d'italica tradizione, seguì le orme di un altro noto (famigerato, meglio) parente, uno che provò a sovvertire il Paese, ma che finì lui stesso a gambe all'aria (e non è una metafora). Sceneggiatura di Raffaele La Capria e della regista, scenografie del marito Enrico Job, musiche di Pino D'Angiò, produce il marito della protagonista, Carlo Ponti: brutto esempio di lavoro 'italian style'. 4,5/10.
All'interno di un monotono menage matrimoniale ultratrentennale, alla moglie non rimane che vantarsi del suo impareggiabile ragù. Ma il marito, un giorno, gli preferisce quello di un'altra massaia: tragedia!
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta