Regia di Emily Ting vedi scheda film
Film giovanilistico, ricco di cliché, situazioni scontate, meccaniche arrugginite, diretto, si spera, ad un pubblico di bocca buona della stessa età dei protagonisti. Chi scrive ha abbandonato la visione dopo una decina di minuti, che sono stati comunque sufficienti per una riflessione. Gli Stati Uniti risultano solamente al sedicesimo posto nella classifica del bullismo mondiale secondo una recente ricerca (l'Italia sarebbe venticinquesima). Per quanto questi dati siano attendibili, cosa di cui si può fortemente dubitare, in un paese dove secondo un testimone oculare le scazzottate tra studenti durante le pause tra le lezioni sono all'ordine del giorno, colpisce il fatto che sia motivo di bullismo anche una caratteristica, in questo caso l'altezza, che invece qui da noi è da sempre considerata elemento distintivo di cui vantarsi, basta vedere sui social come venga esaltata questa qualità. Sorge quindi legittimo il sospetto che i simpatici amici statunitensi approfittino di qualsiasi elemento distintivo, anche positivo, per denigrare, deridere ed emarginare il malcapitato, in barba ai tanti diritti, tra cui quello alla felicità, contenuti nella loro Dichiarazione d'indipendenza che così spesso si permettono di sventolare in faccia a chi non ha la "fortuna" di appartenere al loro popolo eletto.
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