Regia di Damien Power vedi scheda film
Dopo l'eccellente Killing ground (2016) Damien Power torna a dirigere un altro spettacolare thriller. Claustrofobico e assolutamente realistico, No exit può contare sull'eccellente performance di Havana Rose Liu, sulle location suggestive di Auckland (Nuova Zelanda) e ovviamente sulla solida e potente regia di Power.
Darby (Havana Rose Liu) si trova in un centro di riabilitazione per problemi legati al suo passato di tossicodipendente, quando riceve la notizia che sua madre, già gravemente ammalata, sta peggiorando. Decide di fuggire per raggiungerla all'ospedale, ma durante il viaggio in automobile rimane bloccata a causa di una bufera di neve. Costretta a sostare in un punto di ristoro d'alta montagna, scopre casualmente che, all'interno di un furgone parcheggiato, una bambina è tenuta prigioniera. Il rapitore è certamente una delle persone all'interno del locale.
Il ritorno di Damien Power dietro la macchina da presa, seguente la notevole opera d'esordio Killing ground (2016), è al servizio di un thriller tesissimo. Questa volta - a differenza del film precedente - Power concentra l'attenzione sulle dinamiche psicologiche dei vari protagonisti, limitando i momenti splatter (pochi ma davvero inquietanti) alla sola fase conclusiva. Il clima di tensione è pressoché costante, giocato sull'ambiguità dei vari ospiti al punto di ristoro. Ispirati da un omonimo romanzo di Taylor Adams, Andrew Barrer e Gabriel Ferrari scrivono una perfetta sceneggiatura, volutamente confinata per questioni di budget a un'angosciante location (e a un momento temporale piuttosto breve), resa inaccessibile da una tormenta di neve e ovviamente priva di copertura telefonica. No exit è dunque un thriller d'effetto, felicemente riuscito, nel quale per tutta la durata predomina una costante sensazione di assoluta incertezza, causata dall'intrigo alla base del sequestro, organizzato per questioni economiche anche da persone insospettabili. Molto ben fotografato e interpretato, No exit è una piacevole sorpresa, garantita dall'ottima regia e dal sentito coinvolgimento degli attori. Powell conferma dunque d'essere un ottimo cineasta in grado di mantenere sempre elevato il ritmo della narrazione, riuscendo anche in questa occasione a creare un montante livello di panico che raggiunge lo zenit nella deriva finale, tragica e piuttosto granguignolesca.
"L'«angoscia» si può definire come una specie di stato di attesa o di preparazione al pericolo, anche se ignoto."
(Sigmund Freud)
Trailer
F.P. 24/03/2022 - Versione visionata in lingua italiana (durata: 95'21") - Data del rilascio internazionale (streaming): 25/02/2022
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