Regia di Ruijun Li vedi scheda film
Un'ode agli ultimi e agli emarginati, nella forma di un film dall'esotismo festivaliero affascinante ma un po' antiquato
Ma e Guying vengono costretti ad un matrimonio combinato: impareranno comunque a starsi vicini, a prendersi cura l’uno l’altro, a resistere a difficoltà e umiliazioni, coltivando la Grande Terra, costruendosi una casa. Un film di tempi dilatati, di osservazione sensibile di un’umanità oltre il prisma della miseria, un’ode al piccolo splendore degli ultimi. Un film di un esotismo formale quasi d’antan – sembra di essere tornati alla Quinta Generazione: il piccolo protagonista sulla grande duna gialla che si staglia contro l’infinito cielo azzurro è chiaramente Terra gialla di Chen Kaige – ma che dimentica di guardare in avanti, rifugiandosi negli stilemi di un dramma umanista rurale e in un’idea di world cinema rassicurante per i festival (e i loro premi). Un film “bello” che naviga dalle parti meno avventurose del cinema cinese di oggi.
Eddie Bertozzi, voto: 6
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