Hong Sang-soo è ormai di casa la Festival di Berlino, dove, come accaduto con questo film, riceve spesso anche premi ufficiali.
The Novelist's film si è aggiudicato, durante la scorsa Berlinale, l'Orso d'Argento-Gran Premio della Giuria.
La pellicola, intima ed introspettiva non meno dei film che l'hanno preceduta in capo all'ispirato autore coreano, intende farsi promotrice della positività dell'incontro fortuito che, a volte, riesce a far cambiare in meglio la vita a persone altrimenti tormentate da propri crucci o problematiche apparentemente insanabili.
La vicenda si apre con una celebre romanziera di nome Junhee mentre fa visita nella città ove una ex collega, da tempo risoluta nell'aver smesso di scrivere, gestisce una piccola libreria per appassionati di letteratura.
Dopo aver scambiato convenevoli e considerazioni sull'umore che caratterizza entrambe le donne, le due amiche si lasciano e la scrittrice va a far visita ad un monumento che domina la città.
Li la donna incontra un anziano noto regista in compagnia della moglie, e si ferma con loro a bere, scambiando qualche parola.
Il discorso finisce inevitabilmente per toccare le tematiche inerenti le professioni dei due.
Da una parte il regista che si rammarica di non aver mai trasporto un particolare romanzo della sua scrittrice preferita presente dinanzi a lui, mentre quest'ultima confida al regista l'intenzione di esordire con le riprese di un cortometraggio molto introspettivo che da tempo la sta distogliendo dalla scrittura.
Sarà un successivo casuale incontro con l'attrice Kilsoo, che permetterà alla protagonista di dare concretezza a quel suo progetto che le permetterà di debuttare in questa per lei nuova forma di espressione narrativa.
Hong Sang-soo incentra spesso tutta la sua narrativa placida ma determinata, su incontri, prestabiliti o casuali, che finiscono per deviare in corso deli eventi e creare un clima provvido per la creazione artistica.
Tra un sakè e un liquore di riso o altra bevanda preferibilmente alcolica, consumata in piccoli ristoranti senza pretese ma assai apprezzati dai commensali, si dipanano, nella più armoniosa convivialità, piccoli drammi esistenziali e crucci sentimentali o legati alle incognite di vita che creano ansia e incertezza.
Ma la cordialità ed il confronto si rivelano, sempre e puntualmente nel sensibile cineasta coreano, la soluzione più utile e preziosa per dipanare tensioni sottili ed apparentemente quasi impercettibili, che tuttavia segnano e condizionano il vivere dei personaggi sensibili e profondi che popolano le sue piccole e lievi storie di ordinario disagio esistenziale.
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