Regia di Mikhaël Hers vedi scheda film
Lasciata dal marito, Elizabeth (Gainsbourg) deve rimettere insieme i cocci della sua vita, occuparsi dei due figli adolescenti e trovarsi il lavoro che non ha mai avuto. Comincia così a dividersi tra l'occupazione come bibliotecaria di giorno e quella come speaker radiofonica per una trasmissione confidenziale notturna, lavoro ottenuto grazie all'aiuto della responsabile (Béart, sempre più plastificata). Dopo qualche anno, in biblioteca conosce un uomo dolce e premuroso (Vinçon). Nel frattempo, nella sua vita è entrata Talulah (Abita), una giovanissima sbandata con problemi di droga, che Elizabeth decide di accogliere in casa. Suo figlio (Richter) se ne innamora.
Piccolo, fragilissimo film esistenzialista, interamente ambientato in momenti diversi degli anni Ottanta (si parte con quell'iniezione di ottimismo che fu l'elezione di Mitterand nel 1981) e portato sulle spalle da una Charlotte Gainsbourg che si conferma una delle attrici più dotate del pianeta. Ma il citazionismo disseminato qua e là, il sentimentalismo spiccio e l'umanesimo che cercano di vellicare l'empatia dello spettatore attraverso l'espediente del cancer movie suonano subdoli e ricattatori, ottenendo quasi l'effetto contrario.
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