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La quercia e i suoi abitanti

Regia di Laurent Charbonnier, Michel Seydoux vedi scheda film

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La recensione su La quercia e i suoi abitanti

di lamettrie
9 stelle

Un meraviglioso documentario: senza neppure una parola, è cionondimeno intriso di intelligenza.

Un film tecnicamente difficilissimo da fare, peraltro: senza effetti speciali particolari, ha richiesto tantissime ore di riprese su cui operare una selezione imponente. Indimenticabile l’inseguimento che un falco compie su due altri volatili. Scena tecnicamente difficilissima da raccogliere: basti pensare, forse, ai kilometri da coprire con le camere, nella speranza di poter incappare in una scena del genere.  

Il montaggio è il vero valore aggiunto, in tale selezione. Splendide anche le riprese, come detto, la fotografia; così come il sonoro, ugualmente arduo per riprodurre versi e rumori che fanno la differenza, specie per il punto di vista stesso degli animali mostrati.

L’unica aggiunta antropica è la colonna sonora, che appare solo ogni tanto: non si tratta di un’incoerenza, però. Infatti i vari brani musicali riportati servono proprio a sottolineare quell’analogia che c‘è, realistica, fra le aspettative umane e quelle non “degli animali”, ma “degli altri animali”, ad essere precisi.

I registi propongono un’immersione nella natura di cui noi già da sempre facciamo parte, che eppure facilmente ci sembra non ciò che è, ovvero l’unico teatro, e condizione, delle nostre azioni, da conoscere e rispettare, nell’adeguamento ad essa. Tale ignoranza, del nostro debito costante alla natura, in particolare colpisce poi specialmente chi vive in città, che si ritiene per vari versi migliore, di solito, di chi vive in mezzo alla natura.

Un’immersione nella natura vista con gli occhi dei vari animali, con un sano relativismo che contesta la presunzione dell’antropocentrismo.  

Lo stupore per una bellezza innegabile si mescola alla tenerezza per i gesti che anch’essi devono compiere per la dura vita, con l’affetto che ciò anche implica. E non è certo retorica: la competizione è pesante, e arriva fino alla minaccia, quotidiana, della propria sopravvivenza.

Splendido il ciclo dell’anno, con tutti i suoi ritmi, e le sue scadenze: la vita che nasce nei piccoli, la vita che riprende a rinascere nei vegetali a tappe inesorabili. Splendido pure il ciclo del giorno, con le sue differenze fra animali notturni, quelli più mattinieri…

Un film tanto istruttivo sulla vita da ricordarci ulteriormente il valore educativo della scienza, qui in particolare la biologia.

80 minuti scorrono veloci. E culminano nei titoli di coda, meravigliosi per due motivi: la citazione dei vari attori, ovvero le specie animali, la cui vitalità, freschezza e spontaneità non possono che farsi apprezzare, in quanto doti attoriali; e la finissima canzone francese. Come francese è tutto il l’intreccio che percorre il film: leggerezza; volontà di conoscenza della vita onesta, senza sconti; amore per la vita; valorizzazione dei suoi aspetti belli ma senza retorica.  

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