Espandi menu
cerca
Scoprendo Forrester

Regia di Gus Van Sant vedi scheda film

Recensioni

L'autore

Andreotti_Ciro

Andreotti_Ciro

Iscritto dal 23 aprile 2019 Vai al suo profilo
  • Seguaci 8
  • Post -
  • Recensioni 392
  • Playlist -
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su Scoprendo Forrester

di Andreotti_Ciro
7 stelle

Jamal Wallace, studente di liceo cresciuto fra i projects del Bronx, ha due passioni: la letteratura, che relega alle serate passate fra le mura domestiche, e la pallacanestro, grazie alla quale spera di garantirsi un futuro in una prestigiosa università. Figlio dei quartieri poveri della metropoli, Jamal s’intrattiene abitualmente con i compagni di scuola, giocando a basket in un playground limitrofo alla casa de ”L’uomo della finestra” che scruta, munito di binocolo, le persone che passano vicino al suo condominio.

 

Da questo incipit ha inizio l’ascesa letteraria e sportiva, di un talentuoso scrittore in erba, abile sia con la penna che con la palla a spicchi. Protagonista di una pellicola che è un inno alla letteratura e da consigliare a chi ama la didattica di matrice USA, in cui saper praticare sport di alto livello sia spesso preferibile ad avere voti eccellenti e in cui nelle pieghe del legame fra il giovane atleta, impersonato dall’allora sedicenne esordiente Rob Brown, e l’anziano scrittore, chiaramente ispirato a quella del New Yorkese J.D.Sailinger, autore de il giovane Holden, si celano lezioni di vita prima ancora che di scrittura.

 

William Forrester, impersonato con la solita maestria dall’allora settantenne Sean Connery, che lottò per portare la pellicola sul grande schermo, al punto di apparire anche fra i produttori del film; e il suo contraltare Murray Abrham, divenuto celebre per il ruolo di Salieri in Amadeus, di Milos Forman, qui nella parte dell'odioso Professor Crowford, danno vita a una lotta a distanza sia fra due abili attori sia fra due diverse visioni della didattica applicata ad un giovane talento, riapparendo a distanza di quattordici anni nuovamente come antagonisti dopo il Nome della Rosa, di Jean-Jacques Annaud.

 

Film che per quanto lungo, stiamo parlando di oltre due ore, si beve d’un fiato, permettendo a Gus Van Sant di dipingere la società americana per quel che è e anche per quel che anelerebbe essere, ovvero un luogo pieno di pari opportunità per chiunque: dal ragazzo proveniente dal ghetto, e con il colore di pelle sbagliata, all’uomo talentuoso ma che ha preferito scomparire nel nulla. Molto attimo fuggente e moltissimo idealismo per un bel prodotto nobilitato da una prestazione maiuscola da parte di Connery cui Rob “Jamal Wallace” Brown fa da degno contraltare assieme all’odioso Professor Crowford dipinto da Abrahm.

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati