Regia di Maurizio Nichetti vedi scheda film
Nichetti tenta di chiudere il cerchio: riprende il protagonista del suo primo film, Ratataplan, di 22 anni prima, per raccontare una storiella surreale e al tempo stesso moderna, lieve e fiabesca ma in sostanza lucidissima. Pure troppo, infatti: manca quasi del tutto, rispetto al primo capitolo, quell'occhio visionario e quella prospettiva onirica, immaginifica che facevano di Ratataplan una pellicola a sè all'interno del panorama cinematografico italiano - e non solo di quegli anni. Prodotto quindi più convenzionale del solito per il regista e attore milanese, che prenderà un lungo periodo di pausa dopo Honolulu baby; il titolo è un omaggio a Stanlio e Ollio? Ma perchè poi proprio in un film in cui forte si avverte la distanza dal primo Nichetti smaccatamente comico e con invenzioni in stile slapstick e molteplici riferimenti al cinema muto? Qualche effetto speciale francamente superfluo, un'attrice non impeccabile di spalla (Maria De Medeiros), ma anche il solito, grande Renato Scarpa ed un ruolo divertente per Jean Rochefort; sceneggiatura non esaltante (non mancano i tempi morti e le banalità) di Carrassi-Haber-Nichetti. Peccato. 4,5/10.
Alberto viene spedito dalla ditta in un paese esotico; nel paesino in cui si ritrova ci sono solo donne: Alberto diventa subito preda sessuale delle fameliche abitanti del luogo. Rimanda così il ritorno, nonostante fondamentalmente ami sua moglie; ma lei non gli ha mai dato figli, mentre fra le ragazze che ora lo circondano ogni giorno se ne scopre una nuova incinta...
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