Regia di Ferzan Özpetek vedi scheda film
Le fate ignoranti sono due, i due diversi abitanti della vita di un uomo affascinante ed affermato nel lavoro. Una è quella "ufficiale", la moglie Antonia, conociuta tra i banchi di scuola del liceo. L'altra è in realtà un altro, Michele, con il quale ha una relazione da sette anni. La rottura di questo strano equilibrio avviene dopo la morte dell'adultero, quando la moglie scopre la relazione clandestina e capisce che non si tratta di una donna. L'amante abita in uno stabile dove vivono le anime più emarginate della società, amministrato dall'immigrata turca Serra, fedele amica di Michele: ecco che di fronte agli occhi borghesi di Antonia sfilano trans, omosessuali, malati di Aids, malati d'amore. Come può ambientarsi la vedova agiata in questa grande famiglia di apparentemente diversi? Eppure non le risulta così difficile...
Il film che ha definitivamente rivelato al grande pubblico il talento di Ferzan Ozpetek è una commedia drammatica corale, che fa perno nei due personaggi principali espressioni di due mondi speculari, che cammina sul filo della delicatazza col consueto approccio del regista alle sue storie: sincerità, affetto, passione. Un caldo melodramma moderno che tenta di sghettizzare un mondo al a-borghese come un Fassbinder che si incontra con Sirk, abbraccia Truffaut e gioca con Ozon, con una polifonia tipica della tradizione italiana in bilico tra la lacrima (Gabriel Garko malato terminale) e la risata (il brio di Serra Yilmaz e Rosaria De Cicco). Straordinaria Margherita Buy in uno dei migliori lavori della sua carriera e sorprendente il coinvolto Stefano Accorsi. Ottima la canzone dei Tiromancino Due destini, che domina la colonna sonora di Andrea Guerra. Fonda l'estetica ozpetekiana ed anche il suo stereotipo: grandi magnate di personaggi al limite in case colorate (scene di Bruno Cesari, fotografia di Pasquale Mari).
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