Regia di François Ozon vedi scheda film
Peter Von Kant (Menochet) è un regista di successo che tiene alle sue dipendenze un collaboratore (Crepon) che mortifica un giorno sì e l'altro pure. Quando si innamora di un giovane (Gharbia), che vorrebbe entrare nel mondo del cinema e che gli è stato presentato da un'amica (Adjani), Peter comincia a fare carte false per poterlo avviare verso la settima arte. Lasciato dal ragazzo, Peter esce di senno.
Remake (o liberamente tratto, fate voi) da Le lacrime amare di Petra von Kant, film-culto (a sproposito) del cosiddetto nuovo cinema tedesco degli anni Settanta (con la regia di Fassbinder), il lungometraggio (che per fortuna tanto lungo non è) è un kammerspiel nel quale si fatica a cogliere il tanto lodato gusto per i dialoghi, dove l'unica cosa buona è la strepitosa interpretazione di Denis e la presenza di Hannah Schygulla, ideale trait-d'union con il film originale. Con Potiche e Una nuova amica, il peggior film di Ozon.
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