Regia di François Ozon vedi scheda film
CINEMA OLTRECONFINE
Uno stimato quanto egocentrico e umorale cineasta conosciuto come Peter Von Kant, conosce, tramite un'amica diva cinematografica che gli ronza attorno nella speranza di venire inclusa nel cast del suo prossimo lavoro, un giovane attore, di cui l'uomo si innamora perdutamente, accettando anche di essere spudoratamente sfruttato e usato, pur di averlo convivente nel suo estroso alloggio cittadino. Ma quando il ragazzo, protagonista dell'ultimo film di Von kant, diverrà una celebrità e lascierà senza troppi scrupoli la casa del suo mentore, al cineasta non resterà che struggersi di dolore, tra dive fatue che lo circondano, figlie adolescenti che costituiscono più intralcio che altro, ed una madre che capita a casa proprio nel momento meno favorevole.
Quando finalmente Peter si renderà conto che il suo umile servo non è solo un manichino obbediente, e proverà a relazionarsi con lui umanamente per la prima volta, Von Kant riceverà un'altra delusione solenne e definitiva.
Ozon riprende, specularmente al maschile, il capolavoro fassbinderiano "Le lacrime amare di Petra Von Kant", ma nello stesso tempo ci aggiunge, con grande lungimiranza scenica e narrativa, l'intuizione di trasformare il suo tormentato protagonista in Fassbinder stesso. Un particolare per nulla secondario, anzi vitale per il film, e vera sorpresa dell'opera.
Ne scaturisce un meló carico di pathos e scenicamente e tecnicamente molto ben riuscito, forte di interpreti fantastici: Denis Menochet è fantastico, così come Isabelle Adjani splendidamente sopra le righe come dentro un colorato set almodovariano. Immancabile poi la scelta di fornire alla grande Hanna Schygulla il ruolo della madre esterrefatta del capriccioso, geniale regista.
Peter Von Kant, forse un po' a rischio di eccessiva formalità rispetto all'incommensurabile originale, si rivela tuttavia un film decisamente riuscito, che ribadisce l'attaccamento di Francois Ozon per il grande regista tedesco troppo prematuramente scomparso, dopo aver già adattato, oltre un ventennio orsono, la bella pièce "Gocce d'acqua su pietre roventi", scritta dallo stesso Fassbinder ma purtroppo rimasta inedita presso l'autore.
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