Regia di Ti West vedi scheda film
Ti West non si limita a prendere spunto dal classico horror del 1974 "The Texas Chain Saw Massacre" di Tobe Hooper, ma lo reinterpreta con una consapevolezza stilistica che riflette la sua profonda conoscenza del genere e la sua abilità nel manipolare le aspettative dello spettatore. Visivamente, "X" è un tour de force che riproduce con cura maniacale l'estetica anni '70, attraverso una fotografia granulosa che evoca un’epoca in cui l’horror si nutriva di crudo realismo e di atmosfere sature di tensione. La scelta delle inquadrature e la composizione delle scene, che spesso ricordano il lavoro di Hooper, suggeriscono non solo un omaggio, ma un dialogo intertestuale in cui West sembra chiedere: cosa significa fare horror oggi, in un mondo che ha già vissuto e assimilato la lezione del cinema exploitation?
Il libero pensiero dei sei protagonisti di "X: A Sexy Horror Story", con il loro desiderio di girare un film hard che sfida le convenzioni, si scontra violentemente con l’ostilità dei loro anziani ospiti, due agricoltori che incarnano un mondo ormai tramontato. Questi due personaggi, Howard e sua moglie, sono il simbolo di una repressione latente e di un conservatorismo che osserva con sdegno la gioventù sessualmente carica e spregiudicata dei nuovi arrivati. Howard, il vecchio agricoltore, si manifesta immediatamente come una presenza minacciosa, un uomo che porta sulle spalle il peso di una vita dura e segnata dall’amarezza. Fin dal primo incontro, il suo atteggiamento è intriso di un ostile distacco. La sua figura sembra quasi scolpita nel buio, come se la luce stessa rifiutasse di illuminarlo completamente, lasciandolo avvolto in un’ombra che ne oscura le vere intenzioni. Il suo volto, spesso nascosto o in penombra, diventa una maschera dietro la quale si cela una pericolosa ambiguità. Questa scelta registica di mantenere Howard nell’ombra non è casuale, ma serve a intensificare il senso di inquietudine che pervade ogni suo movimento, come se la sua vera natura fosse troppo oscura per essere rivelata alla luce del giorno. Nel frattempo, sua moglie, silenziosa e apparentemente passiva, osserva dalla finestra come un uccello in gabbia, i cui occhi seguono attentamente i giovani protagonisti mentre si stabiliscono nella casa. Questo contrasto tra i giovani, portatori di una vitalità sfacciata e ribelle, e i loro ospiti è il cuore pulsante del film. Ti West utilizza questa dinamica per esplorare il conflitto tra la libertà sessuale e la repressione, tra il nuovo e il vecchio, in un gioco di luci e ombre che è sia letterale che metaforico. Il mondo dei giovani, vibrante e luminoso, è in netta contrapposizione con quello degli anziani, cupo e impregnato di una minaccia latente.
L'orrore affonda le radici in paure più profonde e universali, come quella di invecchiare. Ti West esplora questo timore attraverso i personaggi degli anziani agricoltori, Howard e sua moglie Pearl, che incarnano anche l'angoscia esistenziale legata al decadimento del corpo e al passare inesorabile del tempo. Pearl, in particolare, rappresenta una figura tragica, il cui desiderio di giovinezza e bellezza non è mai stato più forte, ma che è imprigionata in un corpo che non risponde più alle sue pulsioni. La sua frustrazione e la sua rabbia verso la vitalità e la libertà sessuale dei giovani protagonisti non nascono solo da una morale conservatrice, ma dalla dolorosa consapevolezza della propria decadenza.
In un film tradizionale, Lorraine, interpretata da Jenna Ortega, sarebbe stata la candidata perfetta per il ruolo della "final girl" in un classico slasher: riservata, (quasi) innocente. In "X: A Sexy Horror Story," tuttavia, Ti West ribalta le aspettative, sfruttando questa apparente ingenuità per sorprendere lo spettatore. Lorraine non si ritrova a superare le prove che il genere impone, ma diventa piuttosto vittima di una delle uccisioni più improvvise e scioccanti dell’intero film. È un momento che destabilizza, spingendo il pubblico a riconsiderare ciò che pensava di sapere su chi "merita" di sopravvivere in questo tipo di storie.
Contrapposta a Lorraine c'è Maxine, interpretata da Mia Goth, un personaggio che sfida tutte le convenzioni della "final girl". Maxine è sessualmente esplicita, audace, drogata. Tuttavia, è proprio questa sua carica ribelle e indomita che le consente di emergere come l'unica sopravvissuta. In un certo senso, Maxine incarna una nuova tipologia di eroina, una che non si conforma ai rigidi canoni morali che spesso governano il destino delle "final girls" nei film horror.
Il regista, con "X: A Sexy Horror Story," ribalta con audacia i cliché del genere horror, offrendo una riflessione incisiva sulle rappresentazioni tradizionali della sessualità femminile nel cinema di genere. In molti classici horror, la sessualità femminile è stata spesso stigmatizzata, associata a un senso di colpa o considerata meritevole di punizione, incarnata nella figura della "final girl" casta e virtuosa che sopravvive mentre le più disinibite soccombono a destini cruenti. West, invece, sradica queste convenzioni e le sostituisce con una rivisitazione moderna, femminista. Nel suo film, la sessualità non è più un elemento da reprimere o condannare, ma diventa forza vitale. I personaggi femminili di "X" non sono giudicati per i loro desideri o comportamenti sessuali; al contrario, la loro sessualità è presentata come una parte integrante della loro identità e della loro forza.
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