Regia di George Cukor vedi scheda film
Un contabile disonesto e sua figlia fuggono dalla Francia all’Inghilterra, dove si uniscono a un imbroglione: dopo aver tentato varie truffe con esito fallimentare, decidono di mettere in piedi una compagnia di attori girovaghi per esibirsi nelle località di villeggiatura; qui conoscono un pittore, che ha un rapporto ambiguo con una nobile russa. Sembra una versione stilizzata di certe commedie shakespeariane (segnatamente La dodicesima notte e Come vi piace) in cui l’eroina è costretta a travestirsi da uomo, dando origine a una serie di equivoci. Curiosamente, però, la storia diventa più interessante nell’ultima mezz’ora, quando la ragazza rivela la sua vera identità e il gioco dei sentimenti può essere giocato a carte scoperte; particolarmente gustoso il finale sul treno. La Hepburn, che da giovane era anche piuttosto carina, trova qui Cary Grant, suo futuro partner in Incantesimo, Susanna e Scandalo a Filadelfia; ma l’alchimia non scatta, anche perché lui ha un ruolo insolitamente sgradevole. Da notare le allusioni ai baffi di Charlot e alla rivoluzione russa: servono a dare un tocco di contemporaneità a una vicenda che altrimenti poteva benissimo essere ambientata in secoli passati.
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