Regia di Lo Wei vedi scheda film
La classe operaia va in Paradiso secondo Bruce Lee, giovane operaio che si trova a lottare contro l'ingiustizia e lo sfruttamento nella fabbrica di ghiaccio in cui lavora. La sua rivolta contro i criminali e i loro abusi rappresenta una sorta di resistenza da parte dei lavoratori contro i potenti. Il film di Petri non aveva la futura star delle arti marziali tra i protagonisti, Il furore della Cina colpisce ancora invece sì e lo utilizza per vendicarsi del grande capo (il titolo internazionale del film è proprio The Big Boss) e sconfiggere orde di nemici armati di coltellacci. Importante trampolino di lancio per la carriera di Bruce Lee, il cui originale stile di combattimento comincia a emergere distintamente e, malgrado i cattivi rapporti con produzione e regista, pone le basi per il suo successivo impatto sul cinema e sul mondo delle arti marziali. Il suo approccio alle scene di combattimento era innovativo per l'epoca e si discostava dagli stili più teatrali e coreografici presenti nei film precedenti. La sua performance nei combattimenti sembrava più realistica e basata su abilità autentiche e le divergenze creative col regista Wei Lo (che propendeva per una rappresentazione simile allo stile dei cartoni animati) evidenziano quanto Bruce Lee fosse attento a rappresentare nel migliore dei modi le arti marziali.
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