Cornelia, accompagnata da un gruppo di amici, si reca in una solitaria villa di campagna, ospite di Mark. La donna non è affatto preoccupata dalle voci secondo le quali nella zona di aggirerebbe "il pipistrello" un pazzo omicida. Un giorno il cassiere della banca dello zio di Mark scopre un ammanco di un milione di dollari. Mentre il cassiere viene arrestato, il direttore dell'istituto di credito confessa al dottor Wells, amico di Cornelia, di essere lui l'autore del furto. Wells lo uccide, ma a sua volta viene fatto fuori perché ha scoperto la vera identità del "pipistrello".
Note
Quarta versione per lo schermo di una pièce teatrale di Mary Roberts Rinehart.
Il mostro che uccide è un pipistrello, in giacca, col cappello e con tanto di guanti di raso. Un film che farà piacere a coloro che amano teatralità ed ironia vecchio stampo.
Siamo negli anni '50 e il pubblico era ancora di bocca buona ma gli sceneggiatori non si sono minimamente sforzati di evitare incoerenze e incongruenze madornali e il colpevole lo si intuisce fin troppo presto. Le protagoniste poi fanno a gara di stupidità con improvvisi e improbabili sprazzi di intelligenza
Un giallo con velleità thriller ci conduce nell'isolata casa abitata da una famosa scrittrice, guarda caso di gialli, che si vedrà costretta ad avere a che fare con "il pipistrello", che tradotto approssimativamente diventa il mostro che uccide, assassino seriale per (forse) il vil denaro. E di forse, di approssimazioni e di deficienze la sceneggiatura ne lascia diverse lungo… leggi tutto
Giallo di stampo teatrale francamente inutile.La regia di Wilbur è del tutto
anonima,il ritmo fiacchissimo e la recitazione è praticamente ai minimi livelli
Neanche il buon Vincent Price (comunque il migliore della compagnia),può fare
molto per risollevare una pellicola mediocre. Da dimenticare. leggi tutto
"All American" (1953, regia di Jesse Hibbs) fu il primo film da protagonista per Tony Curits. Avrei però preferito far conoscenza con un Curtis ancor più giovane, ricordandomi l'infatuazione nei…
Un giallo con velleità thriller ci conduce nell'isolata casa abitata da una famosa scrittrice, guarda caso di gialli, che si vedrà costretta ad avere a che fare con "il pipistrello", che tradotto approssimativamente diventa il mostro che uccide, assassino seriale per (forse) il vil denaro. E di forse, di approssimazioni e di deficienze la sceneggiatura ne lascia diverse lungo…
ARTIGLI DI VELLUTO
Una scrittrice di gialli ha affittato una villa tenebrosa attorno alla quale si aggira un pazzo travestito da pipistrello. La confezione è accurata e gli attori ottimi. Il cattivo mascherato è degno di occupare un posto stabile accanto ai fratellini di Fantomas. Disgraziatamente il ritmo è un po’ fiacco e la trama inverosimile.
Giallo di stampo teatrale francamente inutile.La regia di Wilbur è del tutto
anonima,il ritmo fiacchissimo e la recitazione è praticamente ai minimi livelli
Neanche il buon Vincent Price (comunque il migliore della compagnia),può fare
molto per risollevare una pellicola mediocre. Da dimenticare.
L'atmosfera è pesantemente teatrale, tanto che mancano quasi completamente gli esterni. In più il testo risente parecchio del tempo, risultando troppo sopra le righe (ai limiti dell'umorismo involontario) in alcuni punti, ed in altri lento e verboso.
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Commenti (2) vedi tutti
Il mostro che uccide è un pipistrello, in giacca, col cappello e con tanto di guanti di raso. Un film che farà piacere a coloro che amano teatralità ed ironia vecchio stampo.
leggi la recensione completa di Guidobaldo Maria RiccardelliSiamo negli anni '50 e il pubblico era ancora di bocca buona ma gli sceneggiatori non si sono minimamente sforzati di evitare incoerenze e incongruenze madornali e il colpevole lo si intuisce fin troppo presto. Le protagoniste poi fanno a gara di stupidità con improvvisi e improbabili sprazzi di intelligenza
commento di Maciknight