Regia di Taylor Hackford vedi scheda film
Taylor Hackford nasce documentarista e conosce bene l’America Latina. Ma non conosceva, evidentemente, Russell Crowe e Meg Ryan. La love story fra i due divi, nata sul set, gli ha “rubato” il film, almeno agli occhi del pubblico: tutti a vedere Sally (“Harry ti presento”…) e il gladiatore che fanno sul serio, e chi se ne importa della dura denuncia sul ruolo delle multinazionali Usa nel “giardino di casa”, come a Washington chiamano il Sudamerica? Denuncia per altro ambigua: perché i sudamericani sono tutti baffuti, infidi e sudaticci? Le scene più sexy, mormora il gossip hollywoodiano, sono state tagliate. Ma a Meg Ryan basta poco per rovinare tutto anche come attrice: i suoi primi piani, tutti smorfiette e boccucce, sono devastanti in un film drammatico. Crowe ha invece il fisico del ruolo e non a caso tutto funziona meglio quando è in scena da solo. Lui è un esperto di rapimenti in zone calde del mondo (durante i titoli di testa lo vediamo salvare un ostaggio in Cecenia), lei è la moglie di un americano sequestrato da guerriglieri nel fantomatico stato di Tecala (allude alla Colombia). Azione e adrenalina sono garantite, tranne che nell’innamoramento dei due: quello finto (della trama) e quello vero (del set).
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