Regia di Alejandro González Iñárritu vedi scheda film
Messico. Due fratelli si odiano, uno ama la moglie dell’altro e vuole portargliela via, entrambi cercano soldi facili e faranno una brutta fine. Una modella rimane paralizzata su una sedia a rotelle dopo un incidente stradale e vede la sua vita sentimentale e lavorativa andare a rotoli. Un barbone uccide a pagamento e rimpiange la figlia che ha abbandonato tempo fa ed è cresciuta senza di lui. Queste storie sono destinata a sfiorarsi tra loro.
Primo film di Iñárritu uscito nel 2000 e con tutta probabilità uno dei più riusciti della sua carriera. Il suo stile è già chiaro e ben definito: trama serrata dove le vicende dei vari personaggi si intrecciano tra loro e volontà di dipingere un dramma corposo, senza finestre né spiragli di luce di alcun genere. In Amores Perros risulta efficace il ritratto di un degrado senza fondo: un degrado materiale, concreto, dentro i piccoli spazi angusti dove i personaggi vivono, case piccole, marce o dai pavimenti rotti; a cui fa da contrappunto un degrado morale altrettanto forte e nauseabondo. L’odio è il sentimento principale che muove tutto e tutti e porta a comportamenti scellerati: i due fratelli si odiano e vorrebbero scannarsi a vicenda; la modella inizia a odiare il suo compagno che non riesce ad aiutarla mentre lei è paralizzata; il barbone odia chi gli ha sottratto quella vita che a lui spettava di diritto. L’amore, quando c’è, è mal riposto o tardivo, non trova spazio adeguato per crescere. A differenza di altri suoi film, Iñárritu riesce qui a trovare perfetto equilibrio tra dramma e melodramma, lacrime e compostezza rappresentativa; dando vita a storia viscerale, magmatica e coinvolgente: una tragedia greca in chiave moderna.
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