Regia di Francesco Nuti vedi scheda film
Il papà distratto che rimedia preoccupandosi ossessivamente della figlia: di nuovo non c'è nulla in questa commediola zuccherata e dai mille spunti, tutti già visti. La camera ultradinamica (a tratti realmente fastidiosa) di Nuti, fissato con le riprese dall'alto, vaga attorno ai due protagonisti domandando qualcosa a cui non viene mai risposto: la tensione della coppia padre-figlia, il peso della vedovanza, la reale entità del cambiamento adolescenziale della ragazzina, tutto viene costantemente mantenuto superficialmente blando e fumettistico, appena abbozzato. E infatti non è nulla di più che una commediola leggera per famiglie con lieto fine garantito, due battute riuscite in un'ora e mezza e tutto il prevedibile che si può. Peraltro la ragazzina è completamente incapace di recitare e la cosa, essendo la coprotagonista del film, diventa abbastanza presto pesante.
Lo psicologo Caruso è vedovo ed ha una figlia di 15 anni, Giulia, che sta maturando sotto i suoi occhi senza che lui se ne accorga. Un giorno i Carabinieri lo avvertono che la ragazzina ha brutte frequentazioni; Caruso comincia a pedinarla, ma desiste quando si accorge che non c'è nulla da temere, anzi, in quel modo innervosisce solo la figlia. Fino a che non spunta una pistola...
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