Regia di Se-In Kim vedi scheda film
FAR EAST FESTIVAL 24
"The cruel intimacy of family"
La convivenza impossibile tra una madre scostante e dura, ed una figlia ventenne timida ed insicura, trovano nel domicilio familiare disordinato e sciatto che le due si trovano costrette a condividere, il terreno fertile per farsi del male ed affliggersi continuamente, tra colpi bassi e micro-tragedie.
Il dissidio tra le due raggiunge l'apice quando, dopo l'ennesima lite tra le due in un parcheggio di un supermercato, la madre investe la figlia fratturandole una gamba.
Per la genitrice si è trattato di un malfunzionamento dell'auto; per la figlia un vero e proprio attentato di sua madre nei confronti della medesima, con l'intento di ucciderla. La faccenda avrà conseguenze ufficiali e non contribuirà certo a rendere la situazione più vivibile o sostenibile.
La efficace opera prima della giovane regista coreana Kim Se-in, notata con favore al Festival di Busan nell'ottobre 2021, è un trattato di instabilità famiare e della crisi che separa legami che la consanguineità dovrebbe tradurre in ben altro affiatamento e condivisione.
Nella splendida scena del finale con black out in cui le due trovano forse uno spiraglio per comprendere ognuna la necessità di allontanarsi definitivamente, si puntualizza il pessimismo universale che pervade quest'opera dura e spietata che non concede tregua.
Già il titolo originale, migliore e più significativo di quello internazionale, e che suona tradotto come " Due donne che indossano la stessa biancheria", pone l'attenzione su questa innaturale ma concreta antitesi tra l'intimità forzata del condividere un alloggio, e l'abisso incomunicabile che separa madre e figlia inevitabilmente non conciliabili.
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