Regia di William A. Berke vedi scheda film
L'ho visto tre o quattro volte questo filmetto che ha per protagonista Barbara Britton "molto bella e sexy specie con maschera e guanti" come ha scritto l'utente Fantozzi38, cogliendo molto bene un forte motivo di interesse, se non l'unico, che il film di Berke può avere. Che non pretende certo di essere più di quel che sembra, basti pensare che in una scena la protagonista libera un suo amico in questo modo: gli fa visita in cella come la bella e femminile "Barbara", con una scusa si allontana per un attimo e rientra nell'ufficio dello sceriffo vestita appunto tutta di nero con maschera e guanti e pistola in pugno: nessuno la riconosce, ed esce nuovamente dall'ufficio per tornarvi poco dopo nelle vesti di Barbara che finge sorpresa e libera lei stessa lo sceriffo e compagni che aveva chiuso in cella al posto dell'amico. Nessuno nota la strana combinazione, quando c'è Barbara non c'è la figlia di Zorro, e viceversa...Ma questo tipo di film è impagabile proprio per questa ingenuità e per la serietà con la quale la situazione è recitata e diretta: criticarla sarebbe un delitto! Infatti, io che delitti non ne commetto quasi mai, la esalto in quanto mi riporta all'infanzia, popolata di figure fantastiche e meravigliose quali appunto la bella cowgirl che fa giustizia e raddrizza i torti. E la cowgirl, qui non solo è "molto bella e sexy" ma addirittura con "maschera e guanti"!
I miei peggiori nemici affermano che nel west non erano "belli e pulitini" come nel western classico e come piace a me, ma "brutti e sporchi" e magari con la pistola non beccavano neppure una montagna a due passi...sarà, ma si vuole mettere una cowgirl linda e bellissima, che dopo aver cavalcato e sparato, accoppato bandidos ed essersela cavata chissà come, ha solo un piccolo, simbolico scompiglietto nei capelli ben pettinati e lustri? La dimensione mitica esce meglio cosi', secondo me. E con la pistola, becchi pure sette monete lanciate in aria con sei colpi!, a me piace cosi'!
Nel Wilhelm Meister, Goethe dà una descrizione memorabile del fascino che l'eroe di sesso femminile esercita su alcuni, ecco il passo:
In particolar modo lo affascinava Clorinda con tutte le sue gesta. La virile femminilità, la serena pienezza del suo essere avevano maggiore effetto sul germe spirituale dell'amore che cominciava a svilupparsi nel ragazzo che non il fascino artificioso di Armida, sebbene egli non ne disprezzasse il giardino.Ma cento e cento volte (...) egli si ripeteva il racconto della triste morte di Clorinda. Per quanto tenesse per i cristiani, nondimeno la aiutava nell'impresa di incendiare la grande torre. Odiava Argante dal profondo del cuore e gli invidiava l'angelica compagna. E quando Tancredi la scopre nella notte, quando sotto il velo delle tenebre comincia la lotta ed essi combattono con violenza, egli non poteva mai pronunciare le parole:
Ma ecco, ormai l'ora fatale è giunta
Che 'l viver di Clorinda al suo fin deve.
senza che gli venissero le lacrime agli occhi;
(da Goethe - Wilhelm Meister La vocazione teatrale)
ed ecco anche la morte di Clorinda:
Ella, mentre cadea, la voce afflitta
movendo, disse le parole estreme:
parole ch'a lei un noto spirto ditta,
spirto di fè, di carità, di speme:
virtù ch'or Dio le infonde, e se rubella
in vita fu, la vuole in morte ancella.
"Amico, hai vinto: io ti perdon...Perdona
tu ancora, al corpo no, che nulla pave,
a l'alma si': deh!, per lei prega, e dona
battesmo a me ch'ogni mia colpa lave".
In queste voci languide risuona
un non so che di flebile e soave (...)
e in atto di morir lieto e vivace,
dir parea "s'apre il cielo: io vado in pace"
d'un bel pallore ha il bianco volto asperso,
come a' gigli sarian miste viole,
e gli occhi al cielo affisa, e in lei converso
sembra per la pietate il cielo e 'l sole;
e la man nuda e fredda alzando verso
il cavaliero in vece di parole
gli dà pegno di pace. In questa forma
passa la bella donna, e par che dorma.
(Tasso, Gerusalemme liberata, Canto XII, versi LXIV-LXX)
Secondo me, l'eroina incarna, forse meglio dell'eroe, una figura completa che risalta dal personaggio quasi per definizione: nell'immaginario collettivo, la donna rappresenta (o rappresentava...) la grazia e la gentilezza ("il gentil sesso", "il sesso debole" etc.), se a questa figura si aggiungono doti di coraggio, determinazione, volontà di giustizia etc. ecco che emerge l'incarnazione della riscossa della debolezza, della finezza, della grazia. Tra Superman e Wonder Woman ho sempre creduto più vera la seconda, o almeno più ricca di fascino.
Inoltre, l'eroina mascherata incarna un pò misteriosamente anche la "scoperta", un pò come Hitchcock ha descritto Marnie nel suo capolavoro, quando, in una delle scene più belle che io ricordi, esplode il primissimo piano di Tippi Hedren mentre la musica di Hermann è al culmine, dopo che ha cambiato identità lavandosi i capelli.
Per tutti questi motivi - la dimensione fantastica e poco credibile all'analisi logica ma descritta credibilmente nel suo delirio, l'eroina "molto bella e sexy" specie "con maschera e guanti", la gentilezza che si riscatta dai soprusi, la doppia identità Barbara/Lola Montaldo dell'eroina, il richiamo alla mia infanzia - La figlia di Zorro è diventato uno dei miei cult, in segreto, si intende...che bello, gente, che bello!
Sull'interpretazione di Barbara Britton
On my knees!
Sulla colonna sonora
Ho l'impressione che la versione italiana abbia un commento musicale non originale, composto all'epoca da qualche compositore italiano.
On my knees!
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