Regia di Jim O'Connolly vedi scheda film
Modesto horror inglese che detiene però un paio di frecce al suo arco, essendo di fatto un precursore dello slasher europeo destinato a prolificare sugli schermi dalla metà degli anni '70. Presenta poi impressionanti similitudini con il successivo Antropophagus (1980) di Joe D'Amato.
Sulla deserta isola di Snape due marinai scoprono, in prossimità della torre d'un faro abbandonato, i corpi di tre cadaveri, in seguito identificati come turisti americani. Uno di loro viene ucciso dall'unico superstite, Penelope (Candace Glendenning), una ragazza impazzita dal terrore. Sottoposta a ipnosi regressiva, Penelope ricorda la dinamica dei terribili omicidi e menziona il nome di Baal. Siccome i delitti sono stati eseguiti con un pugnale votivo di origine fenicia, prende corpo l'ipotesi che sull'isola sia giunta in tempi remoti una nave carica di tesori appartenente a quell'antica civiltà. Alcuni ricercatori scientifici organizzano dunque una spedizione, nel tentativo di trovare sull'isola elementi che possano costituire prova certa dell'insediamento fenicio oltre le Colonne d'Ercole. A loro si aggiunge un difensore di Penelope, ritenuta unica responsabile dei delitti.
Il produttore inglese Jim O'Connolly (1926 - 1986) saltuariamente si è anche dedicato alla regia con risultati non disprezzabili, tanto che della decina di film che ha diretto almeno sei sono giunti anche in Italia. Oltre a questo ricordiamo, ad esempio: Il cerchio di sangue (1967), La mafia lo chiamava il Santo ma era un castigo di Dio (1969), Gangster tuttofare (1969), La vendetta di Gwangi (1969) e Spogliati... che poi ti sposo! (1973). Perché il dio fenicio continua ad uccidere? lo abbiamo citato in occasione della recensione su L'etrusco uccide ancora, dato che la distribuzione italiana ha optato per un titolo (in originale Tower of evil) che in qualche maniera potesse ricordare il giallo di Armando Crispino. Per uno strano scherzo del destino poi, l'ambientazione e la tematica ne fanno un precursore, dato che ricordano in maniera impressionante il successivo Antropophagus di Aristide Massaccesi: entrambe le pellicole sono ambientate su un'isola nella quale un uomo abbruttito e in condizioni trasandate, impazzito per la perdita di moglie e figlio, si accanisce contro gli occasionali ospiti. Non solo: Perché il dio fenicio continua ad uccidere? si distingue nettamente dalla contemporanea produzione inglese, prendendo le distanze da quanto, sino ad allora, realizzato nella terra d'Albione, in particolare per il contenuto: sesso e violenza; data l'epoca del girato (1972) non estrema, ma a suo modo il film sembra un archétipo delle centinaia di pellicole "slasher" destinate a fiorire qualche anno più tardi nel mercato occidentale.
Questi elementi sono quelli che più rendono interessante l'opera di O'Connolly anche se in concreto, escluso l'incipit - della durata di circa una decina di minuti - e la parte conclusiva, tutta la lunga rappresentazione centrale soffre di una certa lentezza, con attori non proprio memorabili e scenografie evidentemente teatrali (realizzate negli Shepperton Studios). Non c'è tuttavia dubbio, in considerazione dell'anno di realizzazione, che nel suo piccolo sia da considerarsi un precursore dello slasher, in particolare di quello europeo con successivo orientamento estremo, alla sex & violence. Nell'ipotesi che qualcuno tentasse di recuperarlo, visto che non è mai apparso in televisione, dovrebbe fare attenzione al titolo con cui è stato distribuito - in una buona versione home video (dvd) dalla "Mosaico Media" - ovvero con traduzione letterale di quello originale: La torre del male.
Titolo alternativo dell'edizione in dvd del film Perché il dio fenicio continua ad uccidere?
"La ragione è un’isola piccolissima nell’oceano dell’irrazionale."
(Immanuel Kant)
Trailer
F.P. 02/01/2022 - Versione visionata in lingua italiana (durata: 90'02")
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