Il regista Dario Picciau costruisce un'opera magistrale, partendo semplicemente dalla breve tragica vita di Anna Frank e del suo diario ma anche dal romanzo di Miep Gies, "Si chiamava Anne Frank", frapponendo il tutto con la vita di una ragazza dei giorni nostri malata di leucemia.
Dopo il suo precedente lavoro in grafica 3D "L'uovo" (2003), arriviamo a questa intensa storia di riflessioni sul senso della vita in un intreccio narrativo da parte di Emily che riceve dal padre in regalo il famoso diario di Anne, perché non si abbatta nello spirito nel complicato percorso della sua malattia. Durante lo scorrere nella lettura del diario intreccerà un rapporto metafisico-temporale con la stessa Anne, per poi ritrovarsi molto più vicine di quanto si creda.
Operazione ben riuscita, si spera sia una forte spinta verso nuove produzioni italiane fatte con la tecnica del fotorealismo, digital reality, la stessa utilizzata in precedenza da Robert Zemeckis per Polar Expres, compiuta qui in Italia negli imponenti Raptor Studio di Busto Arsizio, unica fabbrica italiana dedicata a questo tipo di tecnica digitale 3D.
Da notare l'eccezionale e superba qualità dei fondali e delle stanze in cui si muove in solitudine Anne, come la sorprendente fluidità dei movimenti di lei.
Non ci sono nick associati al tuo profilo Facebook, ma c'è un nick con lo stesso indirizzo email: abbiamo mandato un memo con i dati per fare login. Puoi collegare il tuo nick FilmTv.it col profilo Facebook dalla tua home page personale.
Non ci sono nick associati al tuo profilo Facebook? Vuoi registrarti ora? Ci vorranno pochi istanti. Ok
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta